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Fiducia al Governo Draghi, anche nel Legnanese il Movimento 5 Stelle si spacca

Anche nel Legnanese il Movimento 5 Stelle perde qualche pezzo dopo il contestato "sì" al nuovo esecutivo emerso dalla consultazione su Rousseau

movimento cinque stelle

È caos nel Movimento 5 Stelle dopo il voto sulla piattaforma Rousseau per la fiducia al nuovo esecutivo guidato dall’ex presidente della BCE Mario Draghi. A valle della consultazione, che si è chiusa con un risultato tutt’altro che plebiscitario, oltre ad essere emersa una profonda spaccatura a livello nazionale sono esplosi anche i “mal di pancia” di diversi esponenti locali pentastellati. Alcuni dei quali hanno addirittura deciso di lasciare il M5S.

È questo il caso di Christian Vitali, che alle amministrative del 2015 per il Movimento aveva corso come candidato sindaco a Parabiago, sedendo poi tra i banchi dell’opposizione per poco meno di cinque anni, fino alle dimissioni rassegnate a febbraio dello scorso anno. Allora, pur non nascondendo alcune divergenze di vedute, Vitali non aveva lasciato i Cinque Stelle, ma il sostegno al Governo Draghi per lo storico attivista è stata la proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Con molta fatica ho dovuto farmi da parte – spiega l’ex consigliere comunale -. Non serve più fare parte del Movimento 5 Stelle, non serve più il Movimento 5 Stelle. È stato bello, se non bellissimo, perseguire questo sogno ma amministrare deve essere un onore ed un onere, non un obbligo. Tra le richieste fatte in questi anni una linea politica su lavoro, sanità, economia, ambiente, mai coese tra comuni, regioni e nazionale, la creazioni dei gruppi locali con sedi, fare scuola politica, una comunicazione univoca tra gli enti, il passaggio dal consiglio comunale prima di potersi candidare in altri sedi, la carta di Firenze 2019, un documento sottoscritto con i comuni limitrofi mai calcolato. Democrazia interna e poco dialogo hanno fatto andare via persone molto capaci, a me piace discutere, migliorare, non farmi spiegare come si passa da un 33% ad un 10%. A chi al momento sta guadagnando dei denari con il Movimento do un consiglio: prendete più che potete. Non siete nessuno al di fuori del Movimento e nessuno vi calcolerà più».

Anche a Rescaldina dopo il voto su Rousseau tra i pentastellati qualche defezione c’è stata. «Nessuno dei nostri attivisti è contento – spiega Massimo Oggioni, consigliere comunale pentastellato ed ex candidato sindaco -: per qualcuno questa era l’unica soluzione possibile, per altri a questo punto sarebbe stato meglio troncare di netto, ma nessuno è contento. Un paio di attivisti storici hanno anche lasciato il gruppo. Quella di sostenere il governo Draghi è stata una scelta dolorosa, che personalmente non avrei fatto, ma comprendo che ci sono decisioni che possono non essere condivise ma in certi momenti vanno capite. È in arrivo una grande quantità di fondi e occorre vigilare su come verranno spesi: il Movimento ha deciso di rimanere al suo posto, probabilmente condannandosi a morte o comunque mettendo una seria ipoteca sulla propria sopravvivenza, per salvaguardare queste risorse e quanto è stato fatto finora. Non penso sia una questione di attaccamento alle poltrone, lo vedo come un ultimo sacrificio per tenere insieme i pezzi. L’alternativa era fare un passo indietro e salvaguardare la propria dignità tornando alle origini: io personalmente sono per questa linea, ma capisco che non siamo Paese modello nella gestione del denaro pubblico e pensare di tirarsi indietro sarebbe stata una bella responsabilità. Per noi comunque a livello locale non cambia nulla: la nostra linea rimane la stessa e siamo coesi, anche se qualcuno a livello nazionale non si riconosce più».

Malumori, soprattutto, dai messaggi lanciati attraverso i social, filtrano anche da Cerro Maggiore. A sostenere le ragioni del sì c’è però l’ex candidato sindaco e attuale consigliere comunale Edoardo Martello. «Ho votato sì perché secondo me stare al governo significa prendersi le proprie responsabilità ed essere l’ago della bilancia nelle decisioni più importanti, in primis sul Recovery Plan – spiega il rappresentate dei pentastellati nel parlamentino cittadino -. Purtroppo siamo arrivati a questo punto non per scelta nostra, ma vista anche l’eccezionalità del momento, con una pandemia mondiale in corso, bisogna scegliere il male minore. Ovviamente sul territorio non cambia nulla: continueremo a portare avanti un’opposizione seria, vigile e costruttiva».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 15 Febbraio 2021
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