Bar e ristoranti, nell’Alto Milanese c’è chi protesta riaprendo e chi con la chiusura
Una decina i locali che che potrebbero aprire da venerdì per protesta. La maggioranza dei ristoratori ha aderito all'hashtag #ionoapro per protestare nelle regole
Anche i ristoratori e i baristi dell’Alto Milanese sono sul piede di guerra contro le nuove restrizioni al vaglio del Governo, tra cui lo stop dell’asporto dopo le 18 per i bar, ma sono due e ben distinte tra loro le modalità di protesta. C’è chi sta rispondendo alla chiamata che viaggia sui social con l’hashtag #Ioapro, e venerdì potrebbe tenere aperto il proprio locale senza autorizzazione e contro le norme, e chi invece, la stragrande maggioranza, ha scelto l’arma opposta, sposando l’hashtag #Iononapro che raccogliere tutti coloro che hanno intenzione di «far sentire le proprie idee in modo civile e senza violenza».
«Stando alle informazioni che abbiamo in questo momento – fa sapere il presidente di Confcommercio, Paolo Ferrè – sarebbero una decina le realtà del territorio che potrebbero aprire da venerdì. Pur sostenendo le ragioni del loro dissenso, come associazione di categoria siamo contrari a queste forme di disobbedienza sociale che ritengo possano diventare pericolose. Per questo dissuadiamo chi sta pensando di tenere aperti i propri bar o ristoranti a non farlo: lo diciamo anche per il loro interesse, poichè rischiano sanziono e verbali. Come associazione siamo convinti che bar e ristoranti possano rimanere aperti ma nelle regole, aprendo un tavolo e una discussione con chi ci Governa».
Fipe: “Situazione grave per i pubblici esercenti ma chiediamo rispetto della legalità”
Differente la posizione di chi sta lottando, ma appunto nelle regole: «Il nostro obiettivo – spiegano Marco Poli, presidente della rete del Buongusto e Ronca Simona, presidente degli albergatori della Milano che Conviene, tra i promotori della protesta #iononapro alla quale hanno aderito la maggior parte dei ristoratori dell’Alto Milanese – non è quello di non rispettare le regole ma di alzare la voce in modo civile e senza violenza, e chiedere un serio e reale intervento del Governo, al quale chiediamo di farci aprire in sicurezza. Per farlo siamo disposti a munirci di ogni precauzione, anche a sottoporre i clienti ai tamponi rapidi. Così non possiamo andare avanti: o si trovano soluzioni per farci riaprire o resteremo chiusi ora per restare aperto domani»
«I ristori ricevuti fino ad oggi non sono sufficienti per coprire i costi dei dipendenti, pagare bollette che continuano a lievitare, e la Tari che siamo comunque tenuti a pagare – lamenta Poli – A dicembre si è lavorato un pò, ma l’ asporto è dimezzato. Il Governo deve ascoltarci: dobbiamo aprire un confronto responsabile e costruttivo con il Governo e, in caso di chiusura, ottenere ristori adeguati. Siamo però convinti che le soluzioni per rimanere aperti ci possano essere e lotteremo per questo». Per aderire all’iniziativa è stati aperti due canali telegram “Ionoapro” e “Noi ci siamo, Ho.re.ca Uniti”
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.