Natale a Legnano, Confcommercio: “Con il lockdown riscoperte le attività locali”
I timori di chiudere il mese di dicembre in negativo sono stati perlopiù scongiurati - Secondo il bilancio di Confcommercio lo scontrino medio è stato in media uguale o solo un pochino inferiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno
In un anno difficilissimo per il commercio locale, il mese di dicembre ha fatto tirare un respiro di sollievo ai titolari delle attività legnanesi che hanno registrato un buon afflusso per gli acquisti natalizi. «Complice la campagna di sensibilizzazione sull’acquisto in negozio, la professionalità e il servizio dei commercianti e la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana – commenta il presidente di Confcommercio Alto Milanese – i negozi di vicinato e in particolare quelli del centro sono stati favoriti, e i timori di chiudere il mese di dicembre in negativo sono stati perlopiù scongiurati».
Passati in zona arancione, con la riapertura anche dei negozi di abbigliamento, il centro ha iniziato a ripopolarsi e seppur a distanza e con gli ingressi contingentati, i regali di Natale sono stati acquistati “sotto casa”, tenendo anche conto che le regole imponevano di non uscire dal proprio Comune: «Di conseguenza – sottolinea ancora Ferrè – i legnanesi sono rimasti in città riscoprendo le nostre attività: l’afflusso è stato importante e lo scontrino medio è stato in media uguale o un pochino inferiore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Naturalmente questo non risolve le perdite avute durante il 2020 che a livello nazionale (dati Confcommercio ndr) sono pari al 20-25 % di fatturato in meno rispetto al 2019».
Il presidente di Confcommercio riscontra anche molta attenzione da parte delle Istituzioni al commercio locale: il Comune ha emesso un bando per aiutare le microimprese che hanno subito i danne delle chiusure e in tanti hanno sostenuto la campagna di sensibilizzazione “Io Acquisto in negozio”. Tutto questo non cancella però l’incertezza per il futuro che sta spingendo anche qualche attività ad abbassare la saracinesca: «Il settore del ricettivo è quello che ha sofferto maggiormente la crisi – conferma Ferrè – Bar e ristoranti hanno avuto ristori ma non sono stati proporzionali alle perdite: la proporzione è inadeguata e a breve finiranno anche questi pochi aiuti e la cassa integrazione. Il 2021 sarà un anno difficile al quale dobbiamo prepararci»
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