Ambiente e inquinamento: la natura può aiutare
La salute del nostro Pianeta è messa a dura prova – da ormai diversi anni – dalle diverse forme di inquinamento
La salute del nostro Pianeta è messa a dura prova – da ormai diversi anni – dalle diverse forme di inquinamento. Non a caso negli ultimi anni sono state tante le iniziative poste in essere per diminuire il tasso di inquinamento, come per esempio con la Conferenza dell’Onu sul clima del 2017 (COP 23) che aveva allarmato il mondo e ispirato all’unione in una riconfermata (ma quanto mai urgente) lotta all’inquinamento. Era infatti chiara l’urgenza di ridurre drasticamente le emissioni di CO2. Dopo quella conferenza l’Italia aveva subito reagito aderendo all’Alleanza globale per lo stop al carbone e prevedendo la fine del suo utilizzo entro il 2025. Cina e India avevano dato il loro consenso, mentre l’America aveva creato scompiglio.
Dopo qualche anno lo scenario è parzialmente cambiato ed il nostro Paese si fa esempio e modello da seguire nel campo della sostenibilità ambientale. Una visione lungimirante se si pensa che in un futuro non molto lontano la capacità di mantenere un basso tasso di inquinamento diventerà un fattore di alta competitività tra i Paesi e le varie imprese.
Quel che preoccupa, però, non è soltanto l’inquinamento atmosferico. Piuttosto grande attenzione va data alla questione relativa all’inquinamento dei terreni, soprattutto quelli destinati all’agricoltura. In questo scenario esistono diverse piante che possono aiutare a mitigare l’inquinamento.
Un esempio su tutti è rappresentato dalla canapa, molto apprezzata per i suoi oli essenziali come quelli presenti su Cibdol e che viene utilizzata per bonificare i terreni. La canapa, come ampiamente documentato nella letteratura scientifica, è capace di assorbire i metalli pesanti in modo efficace e – a differenza delle piante iperaccumulatrici, che hanno uno sviluppo vegetativo molto modesto – può essere utilizzata in diversi ambiti compatibili, principalmente per alcuni usi industriali e per la produzione di energia.
Questo grazie ad un apparato radicale molto sviluppato e profondo, associato a una vasta capacità di assorbimento. Sono proprio le radici della pianta di canapa a renderla ottimale per bonificare i terreni inquinati, proprio perché assorbe molte più sostanze rispetto ad altre specie vegetali. Da differenti studi internazionali si evince come la pianta sia in grado di accumulare nichel, piombo, cadmio nelle foglie e non nella fibra.
Ma sono tante le piante che possono aiutare in caso di bonifica. Il salice, ad esempio, grazie alla fitodepurazione può essere utilizzato per ripristinare la fertilità dei terreni con un’alta acidità, o di quelli contaminati da attività minerarie e discariche. Gli esperimenti sono stati condotti nella miniera finlandese di Pyhäjärvi e di quella russa di Kostomuksha. “Alla luce dei risultati ottenuti fino ad ora, possiamo anticipare che i salici possono ripulire il terreno dallo zinco in 6 anni, dal nichel in 10 e da cromo e rame in 15-50 in condizioni favorevoli” ha dichiarato Aki Villa, ricercatore della University of Eastern Finland.
Queste piante possono crescere anche in zone con un’alta acidità e in terreni contaminate con metalli pesanti, come rame, zinco, nichel, cromo o piombo.
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