Depressione: cos’è e come uscirne
Non bisogna esitare nel chiedere aiuto e mai vergognarsi, l’unica vergogna è quella di “rinunciare a vivere"
Nel testo di una celebre canzone di Loredana Bertè c’è un passaggio che dice : il mare d’ inverno è come un film in bianco e nero visto alla TV…
Questa metafora si adatta perfettamente con l’idea di spiegare cosa succede quando si parla di depressione: nella vita della persona i colori sbiadiscono, tutto diventa grigio, gli interessi, gli affetti, l’emozioni si spengono, la luce e l’energia della vita viene a mancare. Viene a mancare la spinta alla vita e al desiderio che nutre la vita stessa dell’essere umano.
In letteratura clinica la depressione viene classificata a seconda della gravità in depressione maggiore, minore, distimia, bipolare e altri sottotipi. Per l’Istat in Italia ne soffrono 2,6 milioni di persone, con prevalenze doppie tra le donne rispetto agli uomini.
In generale come riportato dal DSM5, il manuale ufficiale diagnostico dei disturbi psichici, i sintomi hanno a che fare con una diminuzione di interesse e piacere per le attività quotidiane, disperazione, rabbia, apatia, facilità al pianto, pessimismo, autosvalutazione e senso di colpa. Si aggiunge poi senso di stanchezza, marcata difficoltà nella concentrazione, indecisione e rimuginio, calo del desiderio sessuale, alterazione dell’appetito, diminuzione o aumento di peso corporeo così come ipersonnia o insonnia. Nei casi più gravi possono essere presenti anche pensieri di morte e ideazione/pianificazione suicidaria.
Come uscirne?
Un dato significativo è che solo un terzo dei pazienti affetti da depressione risulta in terapia. Ciò significa che rimane ancora forte lo stigma sociale e il pregiudizio verso la malattia psichica in generale, come segno di debolezza, a discapito delle reale possibilità di curarsi e stare meglio. Gli interventi terapeutici sono essenzialmente di due tipi: farmacologico e psicoterapeutico.
Gli approcci di tipo psicoterapico sono indicati nelle forme lievi e moderate, in particolare in quelle cosiddette reattive, scatenate cioè da eventi specifici e limitati nel tempo come stress, lutti, conflitti personali e relazionali, affettivi, lavorativi. Nelle forme più croniche e persistenti il trattamento farmacologico è fondamentale e necessario, sempre supportato dalla psicoterapia.
L’OMS ha scelto la metafora della depressione paragonata ad un grande “cane nero” che ti segue ovunque e che quando arriva ti fa sentire vuoto rallentandoti la vita, attraverso un corto animato dal titolo “Living with a black dog”.
Di seguito il link : https://www.youtube.com/watch?v=XiCrniLQGYc
“Non bisogna esitare nel chiedere aiuto e mai vergognarsi, l’unica vergogna è quella di “rinunciare a vivere”
Dott. Francesco Fisichella Psicologo Psicoterapeuta
www.francescofisichella.com
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