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Il giorno e la storia – L’omaggio di uno scolaro a un marinaio sconosciuto

Il capo nocchiere Giacomo Rodonino, volontario di guerra, figlio di italiani residenti a Tunisi, ospitato dalla famiglia Pedrani per una licenza

Il giorno e la storia, mese di dicembre

10 dicembre 1940 – Un gesto di amicizia di uno scolaro a uno sconosciuto marinaio
Tutte le scuole di Legnano, già dal primo anno scolastico di guerra, inviano lettere ai soldati parenti degli alunni o anche a semplici sconosciuti, in una sorta di “adozione a distanza”, di “pen-friends” come verrà chiamata questa proposta scolastica molti anni più tardi.

Il 10 dicembre 1940 una maestra di quinta femminile appunta sul giornale di classe: «Oggi scrivono una lettera ai soldati che combattono lontano dalla patria: ho parlato di essi con calore e spero di trovare espressi nelle lettere i più nobili sentimenti.»

Evidentemente è stato così, perché il 3 gennaio successivo scrive: «In seguito alla spedizione delle lettere ai soldati abbiamo ricevuto dal Ministero della guerra la seguente lettera: “sono pervenute a questo gabinetto le lettere con le quali le allieve di codesta scuola hanno inviato ai combattenti gli auguri per le prossime feste. I sentimenti così nobilmente espressi sotto la vostra guida e per il vostro insegnamento da così promettente fanciullezza avranno profonda eco nell’animo dei magnifici soldati che combattono per far più grande e più potente l’Italia di cui le fanciulle di oggi potranno domani essere ancora più fiere e più orgogliose. Dite alle vostre scolare, vi prego, la gratitudine dell’Esercito per il loro affettuoso pensiero augurale e promettete ad esse che in tutti i fronti della guerra contro l’impero inglese i soldati italiani sapranno meritare la fiducia che in essi ripone il paese, rinnovando le gesta più eroiche che la storia conosca. Il Colonnello Capo Ufficio Sergio Spinelli.”»
La corrispondenza non si è fermata agli auguri di Natale. Alla maestra delle Mazzini fa eco un maestro delle Cantù, di quinta maschile: «24 febbraio ‘41. Dopo aver scritto una letterina gli aviatori, ai marinai, oggi abbiamo completato quella da inviare ai granatieri. I bambini anche per quest’ultima hanno dato il maggiore entusiasmo, applicandosi con impegno per riuscire bene. Abbiamo già avuto risposta da parecchi marinai rallegrando infinitamente i giovani che vedono così come i camerati combattenti siano uniti ai piccini.»E ad aprile «abbiamo consegnato la seconda letterina per l’aviatore. In totale abbiamo già scritto ai nostri soldati sei letterine.»

Ma finisce lì? Una letterina e basta? Per Daniele Pedrani, leggiamo sul “Corriere della Sera” del 27 agosto 1941, non è stato così…
«Marinaio ospite per la licenza d’una famiglia che non conosceva.
Legnano, 27 agosto. Svolgendo la simpatica attività di inviare lettere ai combattenti, il Balilla Daniele Pedrani apprendeva che il marinaio con il quale era in corrispondenza, il capo nocchiere Giacomo Rodonino, volontario di guerra, figlio di italiani residenti a Tunisi, non avrebbe potuto trascorrere la licenza presso la propria famiglia: si rivolgeva perciò ai suoi genitori affinchè ospitassero nella propria casa il marinaio. Con esultanza il padre del Balilla, l’operaio Alessio Pedrani acconsentiva immediatamente al desiderio del figlio, dimostrando così i suoi alti sentimenti patriottici e fornendo una luminosa prova della solidarietà che unisce popolo e combattenti.»

Una prova, aggiungiamo, che l’amicizia può nascere nei modi più strani, anche per lettera. E non ha importanza la distanza o l’età. Ma solo il cuore!

Renata Pasquetto

FONTE: archivio personale di Alberto Centinaio – archivio storico del “Corriere della Sera”

Redazione
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Pubblicato il 10 Dicembre 2020
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