Prof. Mazzone: “Lasciamo libero di muoversi a Natale chi è stato contagiato dal virus”
Secondo il medico legnanese "la possibilità di reinfettarsi dopo essersi ammalati di Covid-19 è davvero rara"
Il dott. Paolo Viganò e il prof. Antonino Mazzone sono i due medici che dall’ospedale di Legnano non indugiano a sollecitarci su diversi argomenti in tema di covid-19. Oggi, è il prof. Mazzone, direttore del Dipartimento Area medica dell’Asst Ovest Milanese, a lanciare un appello a favore di chi è risultato positivo al virus. Lo ha fatto attraverso le agenzie di stampa nazionali.
«Diamo la possibilità a chi è stato malato di Covid-19 di muoversi», di spostarsi dal loro luogo di residenza e di trascorrere le feste con le persone care, pubblica ad esempio AdnKronos. «Considerato tutto quello che hanno passato, le sofferenze patite, la quarantena rispettata» e il fatto che «i casi di reinfezione documentati sono rarissimi», fare «un’eccezione per i pazienti guariti» che hanno sviluppato anticorpi contro Sars-Cov-2 «dovrebbe essere un’opzione prevista dal Dpcm».
Così il medico che, ricordiamo, era stato contagiato dal virus nel mese di ottobre ed era stato ricoverato nel reparto che guida all’ospedale di Legnano: «”Recentemente – ha dichiarato lo specialista sempre all’agenzia AdnKronos – su ‘The Lancet Infectious Diseases’ e in un nostro lavoro su più di mille pazienti pubblicato sul ‘Journal of Infectious Diseases’, si sottolinea come la possibilità di reinfettarsi» dopo essersi ammalati di Covid-19 »è davvero rara e sono pochissime le segnalazioni in letteratura». In particolare è stato descritto «solo un caso, nello stato americano del Nevada, di una seconda reinfezione più grave della prima». E comunque «dobbiamo stare molto attenti – avverte Mazzone – perché nei pochissimi casi di reinfezione ben documentati non erano presenti anticorpi dopo il contatto con il virus».
«Oggi nelle persone che si sono ammalate possiamo dosare gli anticorpi anti-Covid e quantificarli. Pertanto è come se si fossero immunizzati o avessero fatto il vaccino», conclude Mazzone secondo il quale «con le conoscenze attuali il vaccino non va fatto a chi ha avuto la malattia. Sono necessari anni di osservazione per verificare se una persona perde l’immunità umorale e/o cellulare. Chi si è ammalato, poi, ha pagato di persona ed è sicuramente molto più sensibile a mantenere le distanze, a mettere la mascherina a lavarsi le mani frequentemente». Insomma, chiede il prof. Mazzone: “Lasciateci liberi”.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.