Porzioni ridotte e diete sbagliate nelle mense di Parabiago, il PD chiede chiarezza al sindaco
Il Partito Democratico di Parabiago chiede chiarimenti al sindaco dopo che genitori e docenti durante l'ultima commissione mensa hanno evidenziato diversi problemi legati al servizio
È bufera sulle mense scolastiche di Parabiago dopo l’ultima riunione della commissione mensa di metà novembre: genitori e docenti, infatti, hanno messo sul tavolo una serie di problemi che vanno dalle porzioni ridotte alla mancanza del bis passando per le diete speciali, ed è stata anche lanciata una petizione per chiedere al comune di mettere fine anzitempo al contratto con il gestore del servizio di refezione scolastica. E ora il Partito Democratico porta la questione in consiglio comunale chiedendo al sindaco di fare chiarezza.
I tre consiglieri Dem, Ornella Venturini, Alessandra Ghiani e Giorgio Nebuloni, vogliono sapere dal sindaco se sia vero, come sostenuto dal gestore, che «il capitolato del comune relativo alle porzioni sembri contenere grammature più ridotte di quelle consigliate dalle linee guida vigenti in materia» e quale sia la «correlazione tra la mancata distribuzione del bis ed il rispetto dei protocolli anti-Covid», come sostenuto dalla ditta. Il gruppo di opposizione mette sul tavolo anche la questione delle diete sbagliate, chiedendo conto al primo cittadini di «almeno due gravi episodi di consegna di diete sbagliate ai bambini celiaci» e dei provvedimenti adottati dall’amministrazione.
L’interrogazione tocca poi altri punti, come la possibilità di «rivedere la scelta dell’utilizzo della brocca per l’acqua al posto delle bottigliette di plastica alla luce dei protocolli anti-Covid», che pure a suo tempo aveva visto favorevole anche lo stesso PD, le verifiche effettuate dall’amministrazione, i controlli sulla sanificazione dei locali e degli arredi ad opera del gestore del servizio e la frequenza con cui vengono effettuati. I consiglieri PD vogliono infine sapere «quali risposte l’amministrazione intenda dare ai numerosi genitori che si sono attivati e che hanno firmato la petizione».
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