Il comitato No Accam preoccupato: “Il nuovo piano è l’ennesima promessa da marinaio”
Il gruppo chiede l'immediato spegnimento dell'inceneritore e il passaggio ad una gestione dei rifiuti diversa dall'incenerimento
Il comitato No Accam torna all’attacco della politica e delle forze che vogliono mantenere in vita l’inceneritore concedendo ad Amga di provare a dimostrare la validità del piano industriale fatto votare e approvare durante l’ultima assemblea dei soci. Il gruppo che chiede l’immediato spegnimento dell’inceneritore e il passaggio ad una gestione dei rifiuti diversa dall’incenerimento, esprime le proprie preoccupazioni di fronte all’eventualità che si possa allungare la vita dell’inceneritore oltre il 2027 (che Amga vorrebbe portare al 2032). Criticano il piano e denunciano anche la malagestione che ha portato ad un indebitamento esorbitante della società che naviga ormai a vista da gennaio, ovvero dall’incendio che ha distrutto le turbine che producevano energia. Di seguito il comunicato completo.
Dopo il caos di notizie girate negli ultimi tempi sul presunto salvataggio della società ACCAM ma soprattutto del suo vetusto inceneritore, il comitato NO ACCAM ha avviato colloqui con tutte le parti politiche presenti nel Comune di Busto Arsizio e qualcuna del Comune di Legnano. Con la sola eccezione di Lega, Movimento 5 stelle e alcuni esponenti del gruppo Idee in Comune, tutti gli altri gruppi vedono esporre convinzioni più fumose che sfumate e in gran parte portate a proseguire l’attività di incenerimento a tempo indeterminato!
LE NOSTRE PREOCCUPAZIONI
Come è noto, il collante che tiene unite tutte le numerose persone di questo gruppo sono le conseguenze sulla salute derivanti da 50 anni di attività di un inceneritore che ne ha viste di tutti i colori sull’argomento. Ma certo non di importanza secondaria sono le preoccupazioni che si uniscono alla prima e che riguardano lo sfacelo finanziario patrimoniale ed anche giudiziario che hanno portato questa azienda pubblica ad un passo dal definitivo fallimento.
LE PROMESSE DA MARINAIO
Fallimento peraltro evitabilissimo, così come le forti perdite di capitale, se fosse stata mantenuta la decisione presa nel 2015 di chiudere l’impianto nel 2017!!!
Decisione deliberata all’unanimità dal consiglio di ACCAM, sostenuta da apposita delibera, avallata da Regione Lombardia nelle tante interviste dell’assessore Terzi e ribadita, nell’Aprile 2016, dal candidato sindaco, poi eletto nel giugno dello stesso anno, che dichiarava testualmente “la superficie di borsano deve essere bonificata e trasformata in un parco e l’impianto va costruito altrove”. Dichiarazione che, in un territorio (quello di Borsano) da anni attivo per la chiusura dell’inceneritore, ha avuto senz’altro il suo peso nell’esito delle votazioni.
LA “MALA … GESTIONE” DELL’AZIENDA
Invece no, si sono voluti intestardire nel portare avanti un corpo in stato comatoso!
A distanza di pochissimi mesi da quella promessa elettorale, prevedono lo slittamento della chiusura al 2021, poi al 2027 (motivata da un piano industriale di rilancio dell’azienda), poi ancora al 2032 ed ora qualche “genio della finanza” ipotizza, evidentemente contando sulla reincarnazione, l’immortalità di questo inceneritore! E non solo ipotizza ma ci ha pure costruito sopra un piano industriale che prevede una Newco con Amga (Legnano) e Agesp (Busto Arsizio). L’ennesimo piano industriale, come i precedenti, così scollegato dalla realtà che ai pochi destinatari che hanno potuto leggerlo non è ancora passato il mal di testa e l’incredulità. Solo uno sprovveduto totalmente scollegato dalla realtà, può infatti credere a guadagni infiniti derivanti da un’attività, quella dell’incenerimento dei rifiuti, destinata, dalle normative europee e dall’andamento dell’economia ormai portata verso un obiettivo di circolarità, a decrescere (anche velocemente)!
Nel frattempo ACCAM non solo continua a bruciare rifiuti, compresi quelli speciali e qualche eco balla, ma si è anche “bruciato” circa 20 milioni di euro di capitale sociale e, dopo l’ultimo incendio non assicurato e le conseguenti perdite derivanti dal blocco dell’attività, si è bruciato anche le ultime esili stampelle che lo reggevano. In conseguenza dell’incendio dello scorso gennaio, emerge infatti nel 2016, in vista della chiusura al 2017, qualche buon amministratore aveva pensato bene di disdire l’assicurazione “all risk” per risparmiare circa 300.000 euro. Peccato poi, sempre quegli stessi buoni amministratori (finiti sotto la lente della magistratura nell’ambito dell’inchiesta “Mensa dei Poveri”) solerti nel disdire l’assicurazione e capaci di partorire un piano di rilancio dell’azienda, siano stati così sprovveduti da non ricordarsi di rinnovare l’assicurazione “all risk” causando un grave danno economico all’azienda (ora a rischio fallimento) ed ai cittadini. E, per fortuna, è stato evitato per un soffio il disastro ambientale!
Infine siamo seriamente preoccupati se dall’inchiesta “ndrangheta rifiuti” tuttora in corso e che ha visto l’arresto di un consigliere di maggioranza, emergesse un filone che coinvolge ACCAM.
ULTIMO TENTATIVO?
Ed ora gli stessi amministratori pubblici che hanno (mal)gestito ACCAM negli ultimi quattro anni, cercano l’appoggio di tutto il consiglio appellandosi al “buon senso” del padre di famiglia (“se fosse la vostra impresa, non tentereste un ultimo sprint per salvarla”?) dicendo che questo nuovo piano industriale sarà l’”ultimo tentativo”! Tutto questo senza che nemmeno passasse per la testa di verificare che la popolazione fosse disposta a dare ancora credito a questo “ultimo tentativo” (sarà davvero l’ultimo tentativo?). Ci riferiamo alla popolazione di Busto Arsizio, ed in particolare a Borsano, sui cui terreni sorge l’impianto che è quella più interessata dalle conseguenze dei fumi che escono dai camini di ACCAM.
NOI NON CI STIAMO!
Questo scenario preoccupa tutti noi come uomini e donne che vivono in questi territori ma anche come cittadini ci sentiamo schiacciati e traditi da scelte che hanno importanti conseguenze sulla qualità della vita nostra e anche dei nostri figli e nipoti.
Per tutto ciò, proprio il buon senso e la diligenza del buon padre di famiglia ci fanno urlare NOI NON CI STIAMO! BASTA con questo inceneritore! BASTA ultimi tentativi! BASTA tradimenti! Questo territorio, con 50 anni alle spalle di pacifica convivenza, ha già dato abbastanza anzi troppo!
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.