Confindustria Alto Milanese: timido recupero nel settore meccanico e nella moda
La cauta fiducia degli imprenditori manifatturieri rischia comunque di essere messa a dura prova dal peggioramento della crisi sanitaria e dalle prospettive di una soluzione in tempi non brevi
Timido recupero nel settore meccanico e nella moda. L’attività manifatturiera dell’Alto Milanese nel terzo trimestre 2020, nonostante il perdurare degli effetti negativi dell’emergenza Covid-19, si è caratterizzata per lieve aumento rispetto ai bassi livelli del semestre precedente. La cauta fiducia degli imprenditori manifatturieri rischia comunque di essere messa a dura prova dal peggioramento della crisi sanitaria e dalle prospettive di una soluzione in tempi non brevi che potrebbero rallentare nei prossimi mesi la ripresa.
«La produzione industriale ha presentato in generale un lieve aumento, in particolare nei settori Meccanico
e Moda, con circa il 40% del campione che ha mostrato una crescita e solo il 28% una diminuzione – si legge nella relazione di Confindustria Alto Milanese -. Positivi anche altri indicatori come fatturato, in incremento rispetto al periodo precedente per il 62% delle imprese intervistate, e scorte di prodotti finiti. Buono anche il flusso di nuovi ordinativi, sia nella componente estera sia in quella interna, e sostanzialmente stabili anche i livelli occupazionali.
La percentuale di imprese che intende fare nuovi investimenti in macchinari e impianti è salita dal 32% dello scorso periodo al 54%. «I segnali di miglioramento sono da ricondursi principalmente al sostegno della domanda interna ricevuto, a fronte di una domanda estera che procede in maniera incerta – precisano da Confindustria -. Anche le prospettive a breve termine sull’andamento delle vendite sono state riviste al rialzo. Con riferimento ai prossimi sei mesi, il 42% delle imprese intervistate (era il 21% nella scorsa indagine) prevede uno sviluppo del fatturato, il 32% un consolidamento, mentre solo un’azienda su quattro si attende un’ulteriore riduzione. L’arresto temporaneo dei costi delle materie prime non si è invece trasferito sulla marginalità, che anzi si è ulteriormente erosa, e ha portato alla riduzione della capacità di autofinanziamento».
ANALISI PER SETTORE
Meccanico – Produzione industriale e fatturato in miglioramento rispetto al trimestre precedente per
il 58% del campione. Il portafoglio ordini ha visto un contenuto aumento anche degli ordinativi interni, con le
commesse provenienti dall’estero più performanti. Sale al 68% la quota di aziende che prevede di investire in macchinari e impianti nel breve periodo, mentre le aspettative di fatturato sono in crescita per il 42% delle
imprese e invariate per il 21%. Stessi livelli per l’occupazione.
Tessile-Abbigliamento e Calzaturiero – L’indagine ha evidenziato un leggero rafforzamento dei
livelli di produzione, anche per motivi di stagionalità, e un incremento del fatturato, con le scorte in calo. In
peggioramento invece il flusso di nuovi ordinativi italiani e anche esteri. Inalterati i costi delle materie prime
impiegate. Le tensioni sulla marginalità e il permanere di lunghi tempi di pagamento hanno portato le aziende
del comparto moda ad aumentare la richiesta di credito bancario per finanziare i fabbisogni di circolante. Nel
prossimo semestre è attesa una certa stabilità del fatturato e solo un’azienda su tre del campione ha in
programma investimenti.
Lavorazione Materie Plastiche e Chimico – A fronte di un moderato decremento della produzione
industriale, fatturato e portafoglio ordini, soprattutto interni, sono invece cresciuti. Il grado di utilizzo degli
impianti è giudicato soddisfacente. Il costo delle materie prime si è ridotto in maniera non significativa. Le
aspettative di fatturato per i prossimi sei mesi si confermano positive nel 54% dei casi, mentre l’intenzione a effettuare nuovi investimenti recupera tonicità con il 54% delle imprese – era il 25% il secondo trimestre – che ha programmato spese in conto capitale.
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