“Ottobrata” del poeta vate Gabriale D’Annunzio
![foto rubriche](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2020/10/foto-rubriche-1179884.610x431.jpg)
Ridono tutte in fila le linde casette ne ’l dolce
sole ottobrino, quale colore di rosa, qual bianca,
come tante comari vestite de ’l novo bucato
a festa. Su le tegole brune riposano enormi
zucche gialle e verdastre, sembianti a de’ cranii spelati,
e sbadiglian da qualche fessura uno stupido riso
a ’l meriggio. Seduto su un uscio un vecchietto sonnecchia
pipando, e un gatto nero gli dorme tra’ piedi. Galline
van razzolando intorno; si sente il rumor de la spola
e d’una culla a ’l ritmo di lenta canzone; poi voci
fresche di bimbi, risa di donne; poi brevi silenzii.
Il bel vecchietto russa, inclinato su l’òmero il capo
bianco, ne ’l sole. Io guardo la placida scena e dipingo.“Ottobrata”
Gabriele D’Annunzio, in “Primo vere”, 1880
Di D’Annunzio si può dire tutto. Tranne che fosse un uomo negli schemi. Nel bene e nel male. La dimostrazione arriva fin da ragazzo. A 17 anni quello che diventerà il Vate pubblica la sua prima raccolta di poesie: “Primo vere” (dal latino: “all’inizio della primavera”). A pagare le spese per la stampa è il padre, Francesco Paolo. E il caso editoriale viene costruito ad arte: viene diffusa la voce (ovviamente falsa) che Gabriele, talentuosissimo giovane romantico abruzzese, è morto a cavallo dopo aver dato alle stampe la sua opera. Il pubblico si appassiona, soffre per un genio venuto a mancare così presto e compra il libro. Il resto è storia.
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