Cerro Maggiore, M5S: «Maggioranza “asso piglia tutto” in commissione bilancio»
Il M5S di Cerro Maggiore critica la scelta della maggioranza di tenere per sé presidenza e vicepresidenza della commissione bilancio
La maggioranza tiene per sé presidenza e vicepresidenza della commissione bilancio di Cerro Maggiore. Nella seduta di giovedì 24 luglio, in occasione della sostituzione di Franco Alberti che nei mesi scorsi ha lasciato la maggioranza, sono stati nominati rispettivamente numero uno e numero due dell’organo due consiglieri della maggioranza al timone di Palazzo Dell’Acqua: Beatrice Del Pio e Angelo Proverbio. Una scelta, quella del centrodestra, che è bastata ad accendere il dibattito politico cittadino, spingendo il Movimento 5 Stelle a parlare di «nuova monarchia del regno di Cerro Maggiore».
Quella che si occupa di bilancio, come sottolinea il M5S, è una «commissione consiliare che, per cortesia istituzionale, ha sempre previsto l’assegnazione della presidenza, o quantomeno della vicepresidenza, alle opposizioni. Così non è stato per la nostra amministrazione che ha pensato bene di nominare Beatrice Del Pio e Angelo Proverbio rispettivamente come presidente e vvicepresidente. Una sorta di “asso piglia tutto”. È vero, si tratta di una facoltà dell’amministrazione, ma ci pare quantomeno inopportuno e segno di scarsa collaborazione da parte della giunta una scelta di questo tipo.
«Ricordiamo agli amministratori – continuano i pentastellati – che il senso di un consiglio comunale è quello di esprimere la rappresentanza dell’intera cittadinanza, non solo di chi ha votato una determinata fazione politica. Le bandiere di trasparenza e collaborativitá restano esclusivamente tali, delle bandiere. O piuttosto dei fazzoletti da sventolare davanti agli occhi. È evidente una certa inadeguatezza istituzionale, segno forse dell’inesperienza che, con l’abbandono di Alberti, inizia a farsi notare. Noi proseguiremo per il nostro percorso, fatto di propositivitá, come abbiamo sempre fatto, nell’interesse dei cittadini tutti, perché i meriti non sono e non devono essere l’obiettivo. Resta l’amarezza per un’altra occasione di “ascolto” persa».
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