Regione: in due anni saranno assunti 1600 infermieri, 75 nell’Asst Ovest Milanese
La Giunta regionale ha varato oggi un provvedimento che mette a disposizione, complessivamente, 175.806.000 euro. Di queste risorse, 10.152.978 euro per completare nel 2020 il reclutamento delle USCA
In due anni saranno assunti 1600 infermieri di comunità, di cui 75 nell’Asst Ovest Milanese. L’obiettivo è quello di completare il reclutamento delle “Unità speciali di continuità assistenziale – USCA” (per la Lombardia ne sono previste 200), per le attività di assistenza domiciliare integrata e per nuovi assistenti sociali. La Giunta regionale ha varato oggi un provvedimento che mette a disposizione, complessivamente, 175.806.000 euro.
«Abbiamo aggiunto un nuovo, importante tassello – ha spiegato l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera– al piano di rafforzamento della medicina del territorio nell’ottica di una completa presa in carico dei pazienti, non solo Covid, con un’attenzione particolare alla fragilità e alla cronicità. I 1600 infermieri che andremo ad assumere saranno a disposizione delle comunità locali da impiegare nell’ambito di progetti specifici di assistenza domiciliare e di supporto alla medicina extra ospedaliera».
La risorse stanziate dalla Giunta regionale sono così ripartite: 95.914.000 euro per l’annualità 2020 e 79.892.000 per il 2021. Di queste risorse, 10.152.978 euro per completare nel 2020 il reclutamento delle USCA, 2.372.801 euro per implementare gli organici degli assistenti sociali, 28.023.303 euro per l’assistenza domiciliare integrata e il resto per l’assunzione di 1600 infermieri di comunità. I fondi saranno gestiti direttamente dalle Ats e dalle Asst lombarde, che dovranno predisporre le procedure necessarie per dare attuazione al piano di assunzioni.
Questi nuovi finanziamenti si aggiungono ai 15 milioni di euro che Regione Lombardia ha assegnato alle Ats e alle Asst nelle scorse settimane per assumere 892 operatori dedicati al Contact Tracing dei casi positivi al Covid al fine di individuare i contatti diretti e bloccare potenziali focolai. «Tutte queste iniziative – conclude Gallera – sono finalizzate a garantire una rafforzata assistenza territoriale ai nostri concittadini a beneficio della loro domanda di salute che spesso non necessita delle cure ospedaliere. Un’azione capillare di monitoraggio, sorveglianza e presa in carico rappresenta la risposta migliore in termini di prevenzione e personalizzazione della cura».
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