Cgil «La pandemia, forse, passa. La crisi, invece, resta»
Il sindacalista Pascarelli si aspetta un settembre caldo, se con ci saranno investimenti, estensione della cassa e uno stop ai licenziamenti sino a fine anno.
«La pandemia, forse, passa. La crisi, invece, resta». Ad affermarlo con una certa preoccupazione è Giuseppe Pascarelli, della Camera del Lavoro Ticino Olona, che nei giorni scorsi ha fatto il punto della situazione delle prime settimane della “nuova normalità” post chiusura Covid-19.
In questo momento, se l’emergenza epidemiologica risulta in forte attenuazione, non altrettanto si può dire per l’emergenza economica ed occupazionale. Il sindacalista si aspetta un settembre caldo, se non ci saranno investimenti, estensione della cassa integrazione e un divieto di licenziamento sino alla fine dell’anno.
«La forte contrazione della domanda interna – commenta il sindacalista -, i ritardi nell’erogazione degli ammortizzatori sociali, la riduzione degli investimenti soprattutto nel settore manifatturiero, l’esaurimento dei periodi di cassa integrazione Covid ed il perdurare della chiusura delle scuole, sono elementi che caratterizzano un presente difficile ed una prospettiva di riapertura delle attività economiche dagli esiti incerti».
In questi giorni di riapertura i settori della meccanica, del commercio al dettaglio e dell’artigianato (per il 70%) continuano a chiedere e ampliare gli ammortizzatori sociali. In questo contesto ad avere la peggio sono le piccole aziende: terzisti e ditte che lavoravano a stretto giro con le ditte del bresciano e della bergamasca. Se la vedono meglio i settori del chimico, farmaceutico e di materie plastiche.
«Come Camera del Lavoro – commenta Pascarelli – siamo molto preoccupati per la contrazione degli ordini delle imprese, dalla riduzione degli investimenti rilevata dall’ISTAT su tutto il territorio nazionale ( 1^ trimestre 2020 su 1^ trimestre 2019 -8,1% investimenti fissi lordi ) che rischia di non farci agganciare la ripresa economica, se e quando verrà, con enormi problemi di natura occupazionale».
Appare, inedita e decisamente complessa la situazione di tutti coloro che sono impiegati nel mondo dell’educazione scolastica (cooperative che gestiscono pre e post scuola oltre che gli asili privati) e nei servizi alla persona che, colpiti duramente dalla chiusura delle scuole e dal lockdown, stanno esaurendo le 9 + 5 settimane di FIS Covid (assegno ordinario del Fondo di integrazione salariale). «Queste difficoltà riguardano anche addette/i a mense scolastiche e pulizie, che sono colpite/i da analoghe criticità. Se aggiungiamo a questa situazione i mancati rinnovi dei contratti a termine, le parzialissime risposte ottenute dalle partita iva e dai lavoratori autonomi, si ha chiaro il quadro di tensione sociale, occupazionale e reddituale che si prefigura e che rischia di esplodere in maniera incontrollata».
Per Parcarelli è essenziale ridurre i tempi di erogazione delle varie tipologie di ammortizzatori sociali, estenderne la possibilità di utilizzo sino a fine anno e prorogare il divieto di licenziamento. E soprattutto, far «ripartire investimenti pubblici e privati, senza i quali la ripresa economica e sociale rischia di essere fragile, precaria e tutta giocata, ancora una volta, su una ulteriore compressione del costo del lavoro».
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