Treni, i pendolari chiedono più sicurezza per le riaperture
Con le riaperture sono aumentati gli obblighi da rispettare a bordo treno e per questo i pendolari hanno rivolto una serie di richieste a Regione, Trenord e Prefetture
Più sicurezza a bordo dei treni. È questa la richiesta dei comitati pendolari della Lombardia alle Prefetture lombarde, alla Regione e a Trenord, tornati a chiedere a gran voce che si intervenga sulla situazione del trasporto ferroviario anche alla luce delle riaperture che caratterizzano questa fase dell’emergenza sanitaria.
Già prima della pandemia la situazione non era delle migliori, con «il personale dell’impresa ferroviaria, addetto all’ordinario presenziamento dei convogli – scrivono i pendolari nella lettera inviata a Prefetture, Regione e società che gestisce il trasporto ferroviario -, non in grado di garantire le necessarie operazioni di assistenza alla clientela, antievasione e contestazione di altre eventuali irregolarità, trovandosi a sua volta facile preda di aggressioni verbali o fisiche da parte di una riprovevole minoranza di viaggiatori». Ora si sono aggiunte le misure per fermare la corsa del virus, ovvero l’obbligo di coprire naso e bocca sui mezzi pubblici e il distanziamento sociale con la conseguente riduzione del 50% dei posti a sedere a bordo treno e la quasi completa eliminazione dei posti in piedi, con il «rischio residuo, sia per i viaggiatori che per il personale di bordo, di contrarre la malattia nel caso alcuni soggetti non rispettino scrupolosamente le prescrizioni».
Ai nuovi obblighi, però, secondo i comitati «non è corrisposta una analoga maggiorazione nella certezza dei controlli, che anzi temiamo possano essere ulteriormente dissuasi dalla paura del contagio». Proprio per questo i rappresentanti dei viaggiatori hanno formulato una serie di proposte che potrebbero a loro giudizio risolvere la situazione. Così i pendolari hanno chiesto alle Prefetture di «incrementare la capacità di reazione della Polizia Ferroviaria o, in subordine, delle altre Forze dell’Ordine disponibili, con l’obiettivo di garantire l’arrivo sul posto entro 15 minuti in qualunque località di servizio e a qualunque orario», un «presidio permanente della Polizia Ferroviaria, oltre che nelle stazioni dei capoluoghi, anche in tutti i principali nodi dove si concentrano i viaggiatori e lungo le tratte più note per la circolazione di spacciatori e tossicodipendenti, e comunque per situazioni di degrado» e di «affiancare sempre almeno un agente di Polizia armato alle squadre antievasione aziendali».
Al Pirellone, invece, i comitati hanno chiesto di «chiarire lo stato di avanzamento e i risultati finora ottenuti con riferimento alla disposizioni di legge che consentono di identificare come Polizia Amministrativa gli agenti accertatori dipendenti da soggetti privati, gestori di un servizio pubblico». Poi la proposta per Trenord, ovvero «procedere al potenziamento delle squadre antievasione» e «completare l’installazione delle telecamere di sicurezza sui materiali rotabili che ne sono ancora privi, almeno quelli che non incorreranno in dismissione entro l’anno 2025».
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