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Minelli: “Piera Pattani lascia un testamento che come ANPI onoreremo”

Il ricordo della staffetta partigiana nelle parole del presidente ANPI Legnano, Primo Minelli

Generico 2018

Il ricordo di Piera Pattani nelle parole del presidente ANPI Legnano, Primo Minelli, durante la cerimonia funebre al Santo Redentore

«Oggi siamo qui per salutare una grande donna, la nostra Piera. Salutarla e ringraziarla per tutto ciò che nella sua vita ha fatto per la nostra libertà, per la democrazia Costituzionale, per la difesa degli ultimi, per la difesa e l’emancipazione delle donne.

La storia personale della Piera è la storia della Resistenza Italiana, contro il fascismo e contro la guerra. Come diceva sempre lei la lotta di Liberazione fu un movimento di popolo che superava, senza negarle, le diversità di opinioni. L’unico punto su cui non transigeva era l’antifascismo.

Il suo antifascismo nasceva dal fatto che lei lo aveva visto, aveva vissuto l’epoca della dura repressione antipartigiana praticata dalle brigate nere, aveva vissuto la dittatura e la mancanza di libertà. Quando vedeva il ripresentarsi senza vergogna, nell’indifferenza di tanti, alcune formazioni politiche che invocavano il ritorno a quel passato, si leggeva sul suo volto la tristezza di chi aveva vissuto quei tristi momenti.

Il suo impegno nella Resistenza inizia presto, nata in una famiglia di antifascisti, a 16 anni entra nelle file Partigiane. A quell’età allora si diveniva subito adulti, poichè le condizioni di vita e di lavoro erano dure. La miseria, la guerra, le condizioni di lavoro erano gli elementi che forgiavano quella generazione.

Lei inizia la Resistenza con i comandanti Partigiani legnanesi più significativi, i fratelli Venegoni, Arno Covini, Samuele Turconi e in collegamento con i membri del CLN Alta Italia per avviare la diffusione della stampa clandestina. Diviene responsabile, a Legnano e nell’Alto Milanese, dell’organizzazione Partigiana nelle fabbriche, costruendo una rete di staffette per la diffusione della stampa clandestina che preparerà l’insurrezione del 25 aprile 1945. Lavora gomito a gomito con uomini che avevano patito anni di galera e di esilio oltre alle violenze fisiche delle brigate nere, come quelle che avvenivano alla casa dei sciuri sita in via Alberto da Giussano. Allora girare con la stampa clandestina e organizzare gli scioperi significava,se scoperti, la morte o la deportazione in Germania senza ritorno.

Cara Piera, ricordavi sempre quando in Piazza Monumento davanti ai cancelli della Franco Tosi, dopo lo sciopero del 5 gennaio 1944, vedesti i tuoi compagni che venivano deportati a Mauthausen da dove non avrebbero fatto piu ritorno. Ricordavi sempre lo sguardo che si incrociò con Angelo Santambrogio senza potervi dire nulla e immaginando che non vi sareste più visti, come poi avvenne. Oppure quando, fingendoti la fidanzata di Samuele Turconi ricoverato all’ospedale di Busto A. in attesa di essere fucilato, lo baciasti passandogli un biglietto in bocca che annunciava il tentativo di liberarlo con la complicità di medici, infermieri e suore. Guido e Mauro Venegoni lo portarono, in bicicletta, a Legnano in casa della partigiana Angela Alogisi e con le cure del dottor Tornadù guarì dalle gravi ferite.

Cara Piera, il saluto che Legnano ti dà è per la tua storia di cittadina esemplare, interessata solo al bene collettivo. Tu non volevi mai personalizzare la tua storia, ma ci tenevi a ricordare le tante donne che hai organizzato e che con te hanno dato un contributo alla Resistenza. Ricordavi i tanti sostenitori della Resistenza che fornivano sostegno economico da inviare in montagna o sostegno sanitario per i partigiani feriti o ammalati. Operare nella Resistenza in città era molto pericoloso per le possibili delazioni che venivano incentivate economicamente dal regime e che in molti casi si sono tramutate in fucilazioni o deportazioni, basti pensare alla vicenda di don Bonzi.

Cara Piera, anche dopo la Liberazione hai proseguito nell’impegno civile e politico in in città seppur in condizioni difficili. Come quando il tuo Alfredo è stato licenziato dalla Tosi per rappresaglia, per il solo torto di essere iscritto al PCI e alla CGIL gettando la tua famiglia in una condizione difficile. E’ allora che vieni in CGIL e lì lavori per tantissimi anni al servizio dei lavoratori.
Cara Piera, la tua vita à stata una vita piena, fatta di momenti belli e di momenti difficili come la storia della sinistra, ma pur sempre una vita che ti rendeva orgogliosa, per ciò che avevi fatto.

Quando per il 70° anniversario della Liberazione sei stata insignita con una medaglia in una bella assemblea di vecchi partigiani o quando l’allora sindaco Alberto Centinaio ti ha insignito della cittadinanza onoraria, o quando venivi alle manifestazione a Mazzafame o al 25 aprile in Piazza S, Magno, con molta umiltà dicevi che avevi fatto solo il tuo dovere, di non farlo dimenticare ai giovani. Giovani che tante volte hai incontrato e che dovevi incontrare nei prossimi mesi. Anche loro, con i loro insegnanti ti porgono un caro saluto. Recentemente ti abbiamo salutato al teatro Tirinnanzi durante una bella serata in tuo onore che aveva organizzato la CGIL.

Cara Piera, te ne vai lasciandoci un testamento che come ANPI onoreremo: far conoscere la storia della Resistenza a Legnano. Dicevi sempre che avresti rifatto tutto di nuovo, anche se poi aggiungevi con un pizzico di amarezza “ l’Italia che sognavamo non è questa”. Alla tua ANPI alla tua CGIL volevi bene e anche nei momenti di sconforto trovavi sempre parole di speranza.
Ciao Piera ci mancherai. Mancherai alla città, mancherai all’ANPI, ma noi terremo alta la tua memoria. Mancherai alla tua famiglia, ma sappiano che hanno avuto una donna stupenda di cui andare orgogliosi. Ciao Piera che la terra ti sia lieve».

Primo Minelli
presidente ANPI Legnano

Redazione
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Pubblicato il 23 Maggio 2020
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