Centri estivi 2020, ecco le linee guida del Governo
Piccoli gruppi di bambini e ragazzi, attività all'aperto e triage all'ingresso: i centri estivi quest'anno saranno diversi da quelli che conosciamo
Piccoli gruppi di bambini e adolescenti, che lavoreranno sempre con gli stessi operatori e soprattutto all’aria aperta, triage all’accoglienza e uno specifico progetto da sottoporre all’approvazione del Comune: anche i centri estivi, quest’anno, saranno diversi da quelli che siamo abituati a conoscere a causa dell’emergenza sanitaria.
Nei giorni scorsi anche dal Legnanese, e precisamente dal Comune di Canegrate, erano state indirizzate richieste al Ministro della Pubblica Istruzione e delle Pari Opportunità per l’ufficializzazione dei protocolli per i centri estivi, e nei giorni scorsi il Dipartimento per le politiche per la famiglia della presidenza del Consiglio dei Ministri ha stilato le “Linee guida per la gestione in sicurezza di opportunità organizzate di socialità e gioco per bambini ed adolescenti nella fase 2 dell’emergenza Covid-19”.
Per l’accesso ai centri estivi, «le condizioni di salute dei bambini devono essere considerate con l’aiuto del pediatra di libera scelta» e dovranno inoltre essere studiati progetti suddivisi per fasce di età, distinguendo tra scuola dell’infanzia (dai 3 ai 5 anni), scuola primaria (dai 6 agli 11 anni) e scuola secondaria (dai 12 ai 17 anni). Saranno anche previsti criteri di priorità per l’accesso al servizio, che tengano conto di eventuali condizioni di disabilità del minore o di fragilità del nucleo familiare e assicurino «sostegno ai bisogni delle famiglie con maggiori difficoltà nella conciliazione fra cura e lavoro (per esempio situazioni con entrambi i genitori lavoratori, nuclei familiari monoparentali, incompatibilità del lavoro dei genitori con lo smart-working, condizioni di fragilità, ecc.)».
Quest’anno, inoltre, «sarà necessario lavorare per piccoli gruppi di bambini ed adolescenti, garantendo la condizione della loro stabilità per tutto il tempo di svolgimento delle attività. Anche la relazione fra piccolo gruppo di bambini ed adolescenti ed operatori attribuiti deve essere garantita con continuità nel tempo»: scelta che mira a contenere i rischi di diffusione del contagio e a garantirne eventualmente il tracciamento. Il rapporto numerico fra operatori e bambini ed adolescenti dipenderà dall’età.
Ingresso e uscita dai centri estivi dovranno naturalmente evitare qualsiasi assembramento, e per questo è «opportuno scaglionarne la programmazione nell’arco di un tempo complessivo congruo». Meglio inoltre organizzare l’accoglienza all’esterno segnalando le distanze da rispettare. All’ingresso e all’uscita bambini e adolescenti dovranno lavare le mani con acqua e sapone o con gel igienizzante e saranno sottoposti ad una procedura di triage: bisognerà «chiedere ai genitori se il bambino o l’adolescente ha avuto la febbre, tosse, difficoltà respiratoria o è stato male a casa» o verificare la «temperatura corporea con rilevatore di temperatura corporea o termometro senza contatto». Alla stessa procedura saranno sottoposti anche gli operatori.
Quest’anno, infine, i gestori dei centri estivi dovranno «garantire l’elaborazione di uno specifico progetto da sottoporre preventivamente all’approvazione del Comune nel cui territorio si svolge l’attività, nonché, per quanto di competenza, da parte delle competenti autorità sanitarie locali».
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