Sindaco sui manifesti anti-covid a Parabiago: è polemica
Il PD di Parabiago condanna la scelta del sindaco di raffigurarsi mentre prende le distanze da sé stesso nei manifesti per la campagna contro il virus
«Il sindaco Cucchi ha superato il confine della decenza». Dura condanna dal circolo PD di Parabiago per la scelta del sindaco, Raffaele Cucchi, di fare da “testimonial” per i manifesti recentemente comparsi in città per la campagna di prevenzione al coronavirus. Nei cartelli, infatti, è lo stesso primo cittadino a prendere le distanze da sé stesso, raffigurato mentre si mantiene ad un metro e mezzo di distanza dalla sua stessa immagine stampata a specchio sui due lati del manifesto. E la scelta ha scatenato più di una polemica, sui social e nell’agorà politica cittadina.
«Il sindaco di Parabiago occupa le sue giornate facendo il presentatore di dirette Facebook e nel weekend attacca manifesti su cui compare il suo faccione – è la critica del circolo PD cittadino, presieduto da Laura Schirru -. La situazione a Parabiago purtroppo non è rosea, quella della RSA Casa del Nonno drammatica. In tutto questo il sindaco Cucchi affigge un bel manifesto con il simbolo comunale e il suo faccione in bella vista. Qualche settimana fa, ad una interrogazione del centrosinistra in consiglio comunale aveva risposto che non aveva potuto firmare l’appello – firmato ad esempio dal suo collega di partito sindaco di Nerviano Cozzi – relativo al potenziamento della sanità territoriale perché è girato su un gruppo whatsapp che lui non consulta giornalmente visti i suoi impegni. Se volessimo essere cattivi potremmo pensare che i suoi impegni sono farsi propaganda pre-elettorale utilizzando la sua figura istituzionale in un momento tristissimo per la sua città. Ci vuole coraggio!».
Il sindaco, però, fa spallucce e rispedisce la polemica al mittente. «Cosa dire? Intanto grazie a coloro che, polemizzando, hanno riportato l’attenzione sui manifesti affissi per informare i cittadini sulle misure da adottare in questa seconda fase, un “baccano” che interpreto come un modo per amplificare il messaggio alla cittadinanza con l’invito a non abbassare la guardia, anzi prestare maggior attenzione alle distanze, alla mascherina e alla sanificazione degli ambienti. Questo, però, non mi sottrae dalla necessità di rispondere alle accuse fattemi in termini di sfruttamento della situazione per fare campagna elettorale, una polemica un po’ fine a se stessa perché credo che in questi cinque anni, come amministrazione comunale, abbiamo cercato di mantenere costante una comunicazione e informazione verso la cittadinanza anche attraverso nuovi canali istituzionali come i social network. Quindi dov’è la novità se alla richiesta del Governo di mantenere costantemente informata la cittadinanza durante il distanziamento sociale, abbiamo messo a disposizione della comunità un canale di comunicazione già utilizzato dai cittadini per interloquire con l’ente? Semplicemente, la pagina Facebook del comune ha mantenuto questo “Filo Diretto” di informazione (arricchito di appuntamenti culturali di spessore) verso i cittadini che, a sentore, sembrano aver apprezzato. Prima i cittadini e poi la politica, questo credo di aver sempre attuato in numerose azioni per risolvere i problemi della città. Mai il contrario… ora l’accusa di propaganda elettorale».
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