RSA S.Erasmo, Polidori «Non c’è volontà di inserirmi nel CdA in tempi brevi»
Dopo l'emergenza sanitaria che ha colpito la struttura, la fondazione finisce anche nell'occhio del ciclone della polemica sollevata dal neoconsigliere
(leda mocchetti) – Piove sul bagnato. Volano gli stracci nel consiglio di amministrazione della Fondazione Sant'Erasmo, già messa in ginocchio dall'emergenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus che ha colpito la RSA con particolare durezza.
«Non c'è la volontà di inserirmi nel consiglio di amministrazione in tempi brevi». É un vero e proprio "J'accuse" quello che arriva da Silvio Polidori, fresco di (ri)nomina come consigliere della fondazione dopo quindici anni e due gradi di giudizio per ribaltare la revoca decisa dall'allora sindaco Maurizio Cozzi nel 2004. «Prendo atto della comunicazione che a distanza di tre mesi dalla mia ri-nomina e dopo tutte le mie richieste di convocazione del CdA vede convocare lo stesso in data 18 aprile 2020 – è la protesta che Polidori indirizza al presidente della fondazione, Domenico Godano –. Ritengo tanto inaccettabile quanto incomprensibile questa ulteriore perdita di tempo».
[pubblicita]Prima ancora della convocazione del consiglio di amministrazione, peraltro, secondo Polidori c'era già stato un precedente: una mail dello scorso 5 marzo della vicepresidente Elise Bozzani, con la quale «dato il particolare momento, in accordo con il presidente, si rivolgeva a tutto il consiglio di amministrazione invitando tutti, in caso di necessità, a rivolgersi a lei o al presidente, esautorando di fatto parte del CdA».
A tutto questo il neoconsigliere mette in fila una serie di iniziative a suo parere «inopportune, come l’esposto fatto dal presidente all’unico organo che si doveva evitare, vale a dire il commissario straordinario nel Comune di Legnano, un organo a cui non competono certi interventi. É stato perso del tempo prezioso e si sono buttati dei soldi dalla finestra. Il secondo esposto ha finalmente trovato la direzione giusta ma il presidente ha cambiato la richiesta, che a quel punto è diventata poco chiara e non interpretabile: ha chiesto tamponi solo per gli operatori sintomatici, andando in controtendenza rispetto a quanto chiesto precedentemente dal direttore generale Livio Frigoli, che chiedeva tamponi per tutti».
Tutte ragioni che hanno portato Polidori alla scelta di denunciare, nonostante il momento che per la fondazione non è certo dei più felici, un «comportamento tendente ad esautorare il consiglio dalle proprie funzioni, quando invece dovrebbe essere convocato al più presto possibile perché nella situazione di emergenza sanitaria in cui viviamo, che ci vede obbligatoriamente coinvolti, ci sono da prendere decisioni importanti e vanno prese soltanto in maniera collegiale».
(m.tajè) – Non entriamo nel merito della vicenda in sè, ma per un osservatore del territorio diventa un dovere segnalare che la Fondazione oggi non ha bisogno di polemiche, ma unione d'intenti. Ogni confronto dovrebbe avvenire al suo interno senza mostrare alla città un aspetto critico, considerato che le criticità, quelle sanitarie, bastano e avanzano in questo momento. Una appello rivolto a tutti e chi ha la responsabilità della gestione se ne dovrebbe far carico.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.