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“Stiamo uniti, da questa “nottata” non se ne esce da soli”

20 Marzo 2020

Riceviamo e con piacere pubblichiamo queste considerazione del nostro lettore per un altro contributo (non piccolo come lui lo definisce) morale ed un auspicio per il dopo virus.


Quando la "nottata" sarà passata nulla sarà come prima. Ci ricorderemo che la sanità non è materia di "pareggio di bilancio" e che il pareggio di bilancio non guarisce le persone. Ci ricorderemo che siamo responsabili l'uno dell'altro. Che il tempo è limitato e va speso bene, in ogni dove possibile. Che la sensazione di aver fatto il proprio dovere per una "buona battaglia" è di gran lunga più bella di ogni rivendicazione di diritti. Che la bontà esiste e non è il buonismo, che le chiese aperte sono un rifugio perenne, puoi anche non entraci mai, ma se sono chiuse te ne accorgi. Che se anche non ti occupi di politica, economia, finanza, loro stanne certo si occuperanno di te. Che amici e non amici, non sono sempre quelli che tu immagini, ma una mano una "parola buona" ti può arrivare da chi non ti aspetti. Che la libertà, senza uno scopo un fine una Verità, non è un gran che. 
Chi, sulla terra, governa i popoli, anche e soprattutto mediante strutture sovranazionali non sempre palesi ed individuabili, ha un immagine distorta dei popoli, come un gregge da condurre orientare disporre secondo la propria “ideologia” non idea. Ma non è così, il popolo come lo individuano “loro” non esiste, esistono individui e famiglie che convivono in una realtà chiamata nazione, patria, paese (a ciascuno il suo nome) che, se liberi di esprimere il proprio consenso/dissenso, sanno benissimo da che parte andare.
Quando la “nottata” sarà passata, spero, per me e per tutti, di vivere in un Paese più consapevole della forza delle decisioni, giornaliere, di ciascun individuo, decisioni che possono cambiare il corso della storia. Spero di vivere in un Paese dove i “doveri” acquisiscano il medesimo valore dei diritti e dove i “diritti” non vengano confusi con i desideri, pur se legittimi, di ciascuno.
Concludo con un invito, per tutti noi io per primo, per il dopo “nottata”: orientiamo bene i nostri acquisti, accettiamo, per chi se lo può permettere, anche di non risparmiare nell'acquisto, purchè siano acquisti che impattino sulla nostra domanda interna e quindi, di conseguenza, sulla nostra occupazione. Nessuno, su questa terra, verrà a salvarci, ci dobbiamo aiutare da soli consapevoli che – come detto nella bellissima commedia Napoli milionaria – “chi prima chi dopo ciascuno deve bussare alla porta dell'altro”.
E allora riprendiamo in mano la nostra storia (e “le nostre chiavi di casa”) restiamo uniti, accendiamo le luci nella nostra cara, vituperata e amata, Italia e ricominciamo il faticoso cammino “alla ricerca della felicità”.
Dio benedica l'Italia

Fabrizio Tajè

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