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Rho, medaglia d’onore a Rino Dal Piva

Dal Piva era stato internato in un campo di concentramento nazista

Il Presidente della Repubblica ha concesso a Rino Dal Piva, internato in un campo di concentramento nazista, la Medaglia d’Onore. E in occasione del giorno della Memoria, l’assessore al piano strategico Sabina Tavecchia ha consegnato nelle mani di Claudio Dal Piva, residente a Rho, e al fratello Eligio il riconoscimento del capo dello Stato per celebrare i cittadini italiani, deportati ed internati nei lager nazisti e i familiari dei deceduti. La consegna ieri a Milano, alla presenza del Prefetto di Milano Renato Saccone.

Rino Dal Piva, classe 1923, è stato soldato di leva sul fronte balcanico in Grecia. In occasione dell’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio, fu arrestato dalle truppe tedesche e inviato nel campo di concentramento Stalag XI B, nei pressi di Fallingbostel nel distretto di Hannover. I rappresentanti della repubblica di Salò chiesero a Rino di continuare a combattere per le truppe italiane fasciste, ma come altri 600mila soldati Rino rifiutò, pur sapendo che questa scelta avrebbe cambiato il suo stato da prigioniere di guerra a lavoratore-schiavo. Rimase infatti nel campo di lavoro in condizioni disumane fino all’arrivo degli alleati. Grazie alla Croce Rosse e ad altri supporti, Rino Dal Piva fu aiutato a riprendersi dallo stato di malnutrizione e privazione e dopo alcuni mesi fu in grado di raggiungere l’Italia. Si riunì così a Rina De Gasperin, allora fidanzata, poi moglie, che nel frattempo svolgeva la funzione di staffetta di dispacci e consegna viveri ai partigiani e parenti radunati nelle montagne del bellunese.

[pubblicita] «Con grande orgoglio ho consegnato la Medaglia all’Onore nelle mani di Claudio ed Eligio, figli di Rino Dal Piva – commenta l’assessore al piano strategico Sabina Tavecchia – Ringrazio per questa emozionante opportunità in primis il sindaco Pietro Romano e anche il Prefetto di Milano, Renato Saccone, che ha organizzato in modo impeccabile questa cerimonia in una scuola e mi ha permesso di porgere la Medaglia ai figli. Sentire gli studenti leggere le parole di Primo Levi mi ha commosso profondamente, è mi ha confermato la grande fiducia sui nostri ragazzi e quindi sul futuro. Non a caso durante le dittature i primi luoghi controllati, chiusi e manipolati sono proprio le scuole. E’ stato inoltre struggente avere davanti a noi tre superstiti, ormai molto anziani, immaginando gli orrori di quanto visto dai loro occhi, ma anche la gioia per essere ritornati tra i loro cari. Malgrado gli orrori, infatti, le loro parole sono state di grande fiducia e commozione e volte all'importanza del "ricordare».

Redazione
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Pubblicato il 28 Gennaio 2020
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