La battaglia è la stessa dei primi anni Duemila, così come la voglia di dire un forte no alla discarica nel Parco del Roccolo. Anche dopo il nuovo passo avanti di Città Metropolitana, che rende il rischio più concreto. Domenica si è svolto un nuovo presidio antidiscarica, con tanto di barriera umana e blocco della provinciale per qualche minuto. Tantissime le persone presenti, tra cui il sindaco di Busto Garolfo Susanna Biondi, la vice di Casorezzo Rosella Giola e altri esponenti politici locali.

«Siamo soli» il commento laconico di Eleonora Bonecchi, portavoce del comitato cittadini antidiscarica. «Qui sono venuti tutti i politici dell'arco costituzionale, dall'estrema destra all'estrema sinistra, e ci hanno dato il loro affetto e vicinanza. A loro diciamo grazie. Ma nessuno, ad oggi, ci ha dato un pezzo di carta che ci ha detto che qui la discarica non si fa – ha affermato Bonecchi -. Siamo soli. Siamo soli noi, il sindaco Biondi, il sindaco Oldani e il sindaco Colombo, capofila del Parco». Parole simili a quelle che aveva già avuto modo di pronunciare la prima cittadina bustese, annunciando la sospensiva.

[pubblicita] Bonecchi, ripercorrendo l'annosa e complicata vicenda della cava, ha esposto i punti ritenuti ostativi al progetto: la distanza dalla cava al centro abitato di 182 metri e non 200, la falda definita fragile da Regione Lombardia e il progetto di pompe che Bonecchi non ritiene adeguato, il fatto di essere in un parco agricolo e in un corridoio ecologico, la vicinanza di altre discariche e la presenza di animali (tarabuso) e flora (bosco planiziale) protetti. «Quando qui inizieranno a passare 50-60 camion al giorno – ha concluso Bonecchi – non potremo tenere la testa sotto il tappeto».

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Foto di copertina: pagina Facebook "No discarica in cava Busto Garolfo e Casorezzo"