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Esposizione a “doppio filo” De Marchi-Schapira

La mostra apre al pubblico Sabato 5 Ottobre dalle ore 18:00 negli Spazi Espositivi di Villa Brentano al 1° piano, in via Magenta 25 a Busto Garolfo.

Analisi, letture, temi, parole, concetti, idee, espressioni… E’ questo il clima riflessivo in cui si viene immersi visitando la doppia collettiva Double Thread. Doppio Filo: è questo il significato del titolo della mostra ordinata negli spazi espositivi di Villa Brentano. Schapira e De Marchi svolgono un ragionamento che parte dall’utilizzo condiviso del tessuto e del filo, per poi dividersi e intrecciarsi su tematiche e discorsi più che mai attuali. Si passa dalla visione del mondo contemporaneo, ai concetti di nazionalità, di confine geografico e mentale per giungere ad esaminare il significato del tempo e della musica.

[pubblicita] L'esposizione a “doppio filo” De Marchi-Schapira si muove costruendo fili di un discorso serio e condiviso, su argomenti e temi contemporanei. “Double Thread” diventa così un tes- suto di idee che riflettono una trama fitta e complicata, ma che in definitiva apre ad una visione più ampia del mondo che ci circonda.

Cresciuto professionalmente a Milano, DADO SCHAPIRA ha esordito nel mondo dell’arte nel 2010 con la partecipazione al Mi Art e con la prima mostra personale “Silenzio e Ten- sione” nel 2011, in entrambe le occasioni con la galleria Fabbrica Eos di Milano, a questo suo primo doppio impegno sono seguite diverse mostre personali e collettive in Italia, ad Arona, Cortina d’Ampezzo, Busto Arsizio, Bologna, Milano, Roma e Venezia; all’estero negli U.S.A., a Houston e Los Angeles, ed Abu Dhabi, oltre alla presenza a diverse fiere ed alcune aste d’arte contemporanea.

Nei lavori di Schapira i fili tracciano o accarezzano la scrittura, con i loro colori, i molteplici nodi e le tessiture, cercando di guidare le emozioni verso le diverse interpretazioni. Così i planisferi o le cartine geografiche, disegnate da infiniti fili tesi, rappresentano le nostre vite che si intrecciano assieme l’una con l’altra, spesso indipendentemente dalla nostra volontà, nel silenzio delle parole o nella musica del tempo. Non differentemente nei lavori su piccoli libri con la scomposizione dei disegni o delle immagini, spesso del mondo, studiati e posi- zionati quasi metodicamente o sistemati casualmente fra loro, e facile immaginare storie ed emozioni, libere di muoversi al primo soffio d’aria, di correre apparentemente attraverso la nostra esistenza nel tempo e per sempre.

ll lavoro di CRISTIANA DE MARCHI esplora temi sociali e politici: memoria, identità, confini contestati e nazionalismi contemporanei. Tramite l’uso di tessuti, ricamo, video e perfor- mance, De Marchi istiga processi che attirano l’attenzione sugli strumenti del potere, esplo- randone le strutture.

Impadronendosi di un segno, l’artista lo distilla, riducendolo ai suoi elementi costituenti at- traverso processi ciclici e ripetitivi quali la puntuazione del cucito e la rimozione dei punti a ricamo, o attraverso la ripresa di processi trasformativi della materia (ghiaccio-acqua, lique- fazione di saponi, ma anche il gonfiarsi parossistico di un palloncino fino all’inevitabile esplo- sione). Ogni lavoro fa uso del potenziale implicito nei processi di trasformazione progres- siva, scatenati prima e poi osservati. Le parole sono fisicamente amplificate o isolate per evidenziarle nella loro individualità, suggerendo il potere inerente il loro significato. Le bandiere sono svuotate di colore, incoraggiando considerazioni rinnovate sul loro carattere di- stintivo. Le mappe sono arbitrariamente espanse, esplose creando spazi fra luoghi la cui riproduzione non esclude l’errore perpetrato dalla fallacità dei processi mnemonici. Mappe monocrome, bianche e nere, neutralizzano i confini e la soglia apparentemente impenetra- bile che separa spazi pubblici e privati, dimostrando che ciò che sembra immutabile di fatto è sempre stato fluido.

Esaminando etimologie, mappe, spazi e simboli nazionali, De Marchi e Shapira pongono in forte risalto la funzione del segno. Rivelandone le componenti fisiche e simboliche, gli artisti sottolineano la posizione entro strutture più aperte, alludendo a meccanismi di più ampia portata concettuale, espressi in modo pacato e contemporaneamente di grande efficacia.

La mostra apre al pubblico Sabato 5 Ottobre dalle ore 18:00. Visitabile fino al 9 Novembre 2019 con i seguenti orari: da Martedì a Sabato ore 14:30 – 18:00 presso gli Spazi Espositivi di Villa Brentano al 1° piano, in via Magenta 25 a Busto Garolfo (MI).

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Pubblicato il 30 Settembre 2019
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