MercatoneUno, tra quattro giorni torna sul tavolo del Mise
Il confronto tra le organizzazioni sindacali e la proprietà proseguirà giovedì 30 maggio - L'obiettivo è ottenere la cassa integrazione
Tra quattro giorni il caso del MercatoneUno tornerà sul tavolo del Mise. Il confronto tra le organizzazioni sindacali e la proprietà tenutosi nel pomeriggio di oggi, lunedì 27 maggio, proseguirà giovedì 30 maggio sempre a Roma. Ma questa volta saranno convocati anche i creditori della Shernon Holding Srl.
Al tavolo ministeriale odierno i curatori fallimentari della società e i rappresentanti della Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Di fatto, come confermano i rappresentanti della Filcams Cgil,: «Procedono le verifiche per ricercare soluzioni volte a tutelare i lavoratori coinvolti nella procedura fallimentare. Vogliamo risposte per i 1800 lavoratori e le loro famiglie. Chiediamo al Mise di vigilare sull’evoluzione della vertenza e ci rendiamo disponibili ad una piena collaborazione nella consapevolezza che si tratta di una situazione complessa e inedita e che necessità di trasparenza, sinergia e concretezza».
[pubblicita] I lavoratori sono rimasti senza occupazione dall'oggi al domani, senza preavviso alcuno. La Shernon Holding, società che meno di un anno fa aveva acquisito 55 punti vendita MercatoneUno, ha presentato la procedura fallimentare e la mattina di sabato 25 maggio, anche i 35 dipendenti di Legnano sono rimasti a casa. Poco dopo il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini dichiarò: «Mi impegnerò personalmente incontrando sindacati, lavoratori, fornitori e proprietà, non si possono lasciare dipendenti a casa senza rispettare gli impegni presi. Anche su questo la nuova Europa che nascerà domani dovrà essere più forte nel difendere il lavoro».
Per il momento l'unico obiettivo espresso dai sindacalisti è quello di ottenere la cassa integrazione per i 1800 dipendenti. «Chiediamo l’attivazione dell’ammortizzatore sociale e il ripristino della condizione contrattuale ante luglio 2018».
Per i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs «qualsiasi soluzione in tal senso sarebbe solo temporanea nella consapevolezza che quanto più tempo passerà con le serrande abbassate tanto più sarà difficile trovare soluzioni idonee a ridare fiducia e prospettiva ai lavoratori, ai clienti, ai fornitori e alle maestranze che per loro lavorano». E ancora «bisognerà ipotizzare soluzioni ed ogni possibile interlocuzione con operatori del settore idonei ad evitare la vendita a spezzatino di un marchio storico della grande distribuzione organizzata».
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