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Discarica di Cerro, arriva il no da Città Metropolitana

Ora Ecoceresc dovrà decidere se rivolgersi al TAR o al Presidente della Repubblica per provare a "ribaltare" il verdetto di Palazzo Isimbardi.

Alla fine Cerro Maggiore e Rescaldina ce l'hanno fatta: Città Metropolitana ha detto "no" alla discarica bis al polo Baraggia.

Da Palazzo Isimbardi hanno stabilito che «permangono i motivi ostativi al rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale e, conseguentemente, viene dichiarata l'improcedibilità dell'istanza» di valutazione di impatto ambientale che Ecoceresc, ovvero la ex Simec, aveva presentato a dicembre 2018, per una discarica controllata di rifiuti speciali non pericolosi inorganici. In parole povere: fanghi, scarti di lavorazione industriale e terre provenienti da attività di recupero.

[pubblicita] Da subito i comuni guidati da Nuccia Berra e Michele Cattaneo si erano mobilitati contro la riapertura di quello che per la zona era stato «un buco nero», come l'aveva definito gli stessi primi cittadini. E l'avevano fatto puntando il dito soprattutto contro due aspetti. In primis l'accordo di programma di venti anni fa per il ripristino di adeguate condizioni ambientali e di riqualificazione territoriale del Polo Baraggia: accordo le cui finalità, ad oggi, non sono state completamente assolte, e in base al quale non era prevista la possibilità di conferire altri rifiuti. Poi il fattore di pressione, criterio localizzativo per le discariche che punta ad evitare concentrazioni eccessive di rifiuti in base al rapporto tra il quantitativo di rifiuti e l'estensione del territorio, nell'ottica di tutelare l'ambiente e la salute pubblica pur garantendo un corretto dimensionamento delle aree adibite a discarica. A nulla sono valse le obiezioni di Ecoceresc: nè il settore rifiuti e bonifiche di Palazzo Isimbardi, nè tantomeno Cerro Maggiore e Rescaldina hanno ceduto di un millimetro, e alla fine è stata la loro tesi ad avere la meglio.

Contro lo spettro della riapertura della discarica al polo Baraggia si erano mobilitati anche i cittadini, riunito in due comitati: uno intercomunale ed uno cittadino.  

«È un risultato raggiunto grazie alla competenza e alla collaborazione del comune di Rescaldina e del comune di Cerro Maggiore al di là dello schieramento politico – commenta l'assessore all'ecologia ed alla difesa dell'ambiente di Rescaldina Marianna Laino –. Doveroso è ringraziare Città Metropolitana. È stato importante il sostegno di più parti politiche e di tanti cittadini. La prima battaglia è stata vinta ma non bisogna abbassare la guardia. L'attenzione deve rimanere alta ed è importante il sostegno di tutti».

Ora Ecoceresc avrà a disposizione 60 giorni di tempo per decidere se rivolgersi al TAR per provare a "ribaltare" il verdetto di Città Metropolitana o, in alternativa, 120 giorni per decidere se presentare ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 07 Marzo 2019
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