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Palio di Legnano

Ravello, la contrada che vuole diventare una casa

Per i biancoazzurri il sogno è quello di andare oltre la contrada e far diventare Ravello una vera e propria casa dove ci sia spazio per tutti

Si scrive contrada ma si legge casa: a Ravello il Palio lo interpretano così, come «un ritorno alle origini, a quando in paese ci si conosceva tutti e in caso di bisogno non c'era quasi bisogno di suonare il campanello perchè il vicino ti aiutasse».

É la voglia di essere un motore che riavvicini le persone, la chiave di lettura della manifestazione che tra qualche giorno tornerà ad animare le strade di Rescaldina dopo tanti anni di assenza, per i biancoazzurri. «Ravello è una terra di mezzo che accompagna due territori più importanti – spiegano dalla contrada – e noi vorremmo rappresentare proprio quell'unione che forse oggi nel nostro territorio un po' manca. Il bello del Palio per noi è stato proprio questo: iniziare a conoscere i vicini di casa che prima magari non conoscevamo e creare qualcosa insieme. E soprattutto ricreare quel mutuo soccorso che ha aiutato e fatto crescere generazioni prima della nostra e contraddistingue da sempre gli italiani».

Proprio per questo a Ravello preferiscono parlare di casa che di contrada, per rendere l'idea di «un luogo dove le persone si possano incontrare e si coltivi, in un certo senso, la politica del sociale – continuano i biancoazzurri –: ci siamo resi conto che c'è una "fetta" di paese che in qualche modo cerca uno spunto per essere coinvolto, per partecipare, per tornare a vivere la comunità. Esiste una spinta sociale che era un po' sopita, e per questo per noi l'idea di casa Ravello è al di sopra di tutto». 

Se casa Ravello rimane il sogno, i biancoazzurri comunque non perdono di vista i prossimi appuntamenti settembrini legati al Palio, e sono già al lavoro sia per la sfilata, sia per il weekend di giochi e tornei. E per domenica 9 settembre si punta sul "made in Ravello": «Alla creazione degli abiti stiamo lavorando esclusivamente con le nostre forze, ognuno si è messo a disposizione secondo le sue capacità e siamo molto soddisfatti perchè indipendentemente dal risultato è nata da una bella collaborazione. Di sicuro, nel nostro corteo abbiamo messo anche lo spirito goliardico: con qualche personaggio abbiamo voluto giocare un po'»

La parola d'ordine, dalle parti di Ravello, è diversità. «Noi ripetiamo spesso che siamo diversi, ma con questo non intendiamo che non ci piaccia vincere. Piuttosto, vogliamo far passare il messaggio che la nostra intenzione è quella di andare controcorrente e pensare prima di tutto a fare gruppo e stare insieme». 

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 30 Agosto 2018
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