Taglio del nastro per "Il murales della legalità", l'opera neoespressionista del 27enne rhodense Giuliano Boscaro che da oggi, martedì 31 luglio, fa bella mostra di sè all'ingresso del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Rho-Pero, in quegli stessi locali che fino a qualche anno fa ospitavano il liceo Rebora e sono poi stati messi a disposizione dal comune di Rho per ospitare il nuovo presidio.

L'idea del murales che ritrae gli indimenticati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati divenuti per tutti il simbolo per eccellenza della lotta alla criminalità organizzata, è nata proprio dall'incontro con il 27enne di Passirana, un «figlio del territorio» la cui arte da oggi darà «un messaggio a tutti coloro che entrano nella struttura», come ha ricordato la dirigente del commissariato Maria Antonietta Scarinci. 

«É un murales a noi particolarmente caro, perchè rappresenta un'immagine diventata ormai un'icona del nostro Paese, un "crocifisso laico" che si ritrova negli uffici istituzionali – ha sottolineato il questore di Milano Marcello Cardona durante la cerimonia di inaugurazione, con la presenza di autorità religiose come il sindaco di Rho Pietro Romano e la prima cittadina di Pero Maria Rosa Belotti –. Questi due magistrati hanno iniziato la loro carriera lavorando sul contesto mafioso e venendo sistematicamente qui a Milano a lavorare. Lo dico non soltanto per testimoniare la loro presenza, ma anche per ribadire che la mafia a Milano esiste, è presente e probabilmente lo sarà anche in futuro, ma le istituzioni e le Forze dell'Ordine sono sempre pronte ad intervenire. Anche la classe imprenditoriale ormai da tempo ha recepito questo concetto e insieme si cerca di sviluppare degli anticorpi importanti. Credo che questo murales, oltre all'aspetto artistico di grande valore, possa rappresentare per tutti coloro che entrano in questo presidio un monito e un viatico per la retta via».

«La presenza di tutte le istituzioni oggi, in questo commissariato di Pubblica Sicurezza, nel momento in cui si scopre un disegno che ha una valenza importante, perchè ritrae due magistrati che hanno combattuto la mafia, è il segnale che lo Stato è presente e che tutti i presidi sul territorio sono proiettati alla sicurezza della città – gli ha fatto eco il Prefetto meneghino Luciana Lamorgese –. La mafia purtroppo è un problema che in Lombardia e nella Città Metropolitana di Milano esiste, perché questa è la capitale economica d'Italia e non si può pensare che sia esente dalle interferenze della criminalità organizzata: serve una rete tra le istituzioni, ed anche con le imprese che stanno facendo in modo molto importante la loro parte, per stimolare chi si trova alle prese con questi fenomeni a denunciare, perché lo Stato c'è e c'è anche la possibilità, tutti insieme, di reagire».