Dai laureati under30 un progetto per formare i migranti
Officina Casona si occupa di 12 migranti nei locali di via Montello sequestrati alla mafia NEL BENE TOLTO ALLA MAFIA SI AIUTANO I MIGRANTI
Prendersi cura dei migranti, non solo dandogli una casa, ma insegnando loro la lingua, un mestiere e usi e costumi della nostra tradizione. Di questo si occupa Officina Casona, associazione di promozione sociale e società cooperativa sociale di tipo A, che ha recentemente vinto il bando per la gestione dell'immobile di via Montello, sequestrato alla criminalità organizzata.
NEL BENE TOLTO ALLA MAFIA SI AIUTANO I MIGRANTI
Otto i ragazzi che compongono il team dell'associazione, tutti under 30 e laureati. Soci fondatori sono Michele Costalonga, architetto specializzato in recupero di archeologie industriali e design di interni, Andrea Cattaneo, copywriter laureato in scienze della comunicazione e giornalismo, Francesca Zaupa, mediatrice linguistica con master in cooperazione internazionale, Gloria Martignoni, laureata in economia e gestione d'impresa. A loro si aggiungono Greta Gallazzi, architetto impegnata nel mondo del design del prodotto e dell'arredo di interni, Silvia Guzzetti, assistente sociale laureata in scienze per il lavoro sociale e le politiche di welfare, Sara Rigamonti, laureata in scienze politiche, Elena Barbieri, laureata in archeologia attualmente impegnata nel mondo delle missioni.
Il progetto "Parallelo", presentato da Officina Casona per la gestione dei locali di via Montello attualmente si occupa di 12 migranti, tutti uomini dai 20 ai 34 anni, selezionati da educatori professionali: «Sono ragazzi semplici e molto umani – ha commentato Costalonga, presidente di Officina Casona Scs -, con una ricchezza da condividere per le loro storie profonde. Noi con loro facciamo pura formazione in tre ambiti: lavorativo, linguistico e sociale». C'è chi è in Italia da un anno, chi da più tempo, ma la necessità di tutti è quella di essere autonomi. Ma come riuscirci senza sapere l'italiano o un mestiere manuale? «Abbiamo voluto creare un servizio dedicato a queste persone – ha spiegato Zaupa – perchè sul territorio non esisteva prima, in quanto venivano inseriti in servizi già esistenti. Loro vogliono stare qui in modo legale e abbiamo voluto dargli uno spazio per farlo. Tutti hanno bisogno di trovare lavoro, ma prima loro hanno bisogno di imparare la lingua e assestarsi a livello legale».
Ogni mattina vengono proposti laboratori di formazione al lavoro (sartoria, ciclomeccanica, legatoria e ceramica, lavorazione del legno), grazie alla presenza una volta alla settimana di un artigiano che insegna ai ragazzi il mestiere. Un giorno, inoltre, è dedicato all'insegnamento dell'italiano o come affrontare alcune pratiche, come cercare una casa, avere informazioni di tipo medico o capire quando si usa il "lei". L'attività è cominciata a pieno ritmo dal 31 luglio, mentre dopo l'inaugurazione della sede di domenica 1 ottobre, saranno avviati anche corsi aperti al pubblico dove gli artigiani saranno affiancati proprio dai migranti, «un modo per abbattere ulteriormente il pregiudizio, invitando il territorio ad entrare nella nostra sede».
Quattro di loro hanno già ottenuto la protezione internazionale, altri sono in attesa con lo status di richiedente asilo: «Per loro, quando arrivano a giudizio, è importante una nostra lettera di raccomandazione – ha aggiunto Zaupa -. Vogliamo trasmettere a questi ragazzi una capacità imprenditoriale per poi sapersi gestire in modo autonomo. Per questo diamo loro la possibilità di svolgere piccoli lavori manuali in modo legale. II confezionamento di un prodotto è un modo per far crescere l'autostima e rende più efficace la formazione. Inoltre, con la vendita dei prodotti creeremo un fondo per l'autonomia come riconoscimento dell'impegno e per far capire loro che lavorando è possibile diventare autonomi». Tra i servizi dell'associazione, infine, quello di comunicazione per altri enti del terzo settore e la collaborazione con alcune aziende sul tema del recupero.
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