Nel bene tolto alla mafia si aiutano i migranti
Nei locali di via Montello, 12 rifugiati imparano l'italiano, mestieri artigianali, educazione civica... CHI SONO I RAGAZZI DI OFFICINA CASONA E IN COSA CONSISTE IL PROGETTO
Dalla criminalità organizzata alla formazione dei migranti. I locali di via Montello, sequestrati alla mafia, saranno inaugurati domenica 1 ottobre, anche se dal 31 luglio sono già operativi. Al loro interno, ogni giorno, 12 rifugiati imparano l'italiano, alcuni mestieri artigianali, l'educazione civica e la legalità, ma non solo. Ad aiutare questi uomini, i giovani under 30 dell'Officina Casona, nella speranza di dare un volto diverso a quei locali che per anni sono stati oggetto di truffa ed illegalità.
Da un recente rapporto sui beni confiscati, è emerso che la Lombardia è la quinta regione italiana per beni confiscati e una delle prima per numero di aziende requisite. «Questi dati ci dicono che la mafia è un problema anche del nostro territorio, non solo del Sud – ha commentato l'assessore ai servizi sociali, Cristina Borroni – E' importante ora lavorare sulla consapevolezza, come comunità, della partecipazione ad una rivincita dello Stato sulla mafia, ma anche sulla memoria per fa sì che non si dimentichi la storia che ha portato alla confisca dei beni». L'assessore Borroni ha poi sottolineato l'importanza di dar nuova vita ai locali tolti alla mafia favorendo la nascita di start up come l'Officina Casona: «Favoriamo così la nascita di una nuova sfida con una nuova realtà imprenditoriale, con posti in regola. Un modo per sconfiggere la mafia».
QUI LA MAPPA DEI BENI CONFISCATI E "RINATI" NELL'ALTO MILANESE
Lo stabile di via Montello è stato sequestrato ad Antonino Zacco nel 2003 su decreto del Tribunale, diventato irrevocabile nel 2007. Zacco, soprannominato "Il sommelier", era un narcotrafficante, arrestato nel 1990 in seguito all'inchiesta "Operazione Duomo Connection", coordinata dai giudici Ilda Boccassini e Giovanni Falcone e condotta da Sergio De Caprio, meglio conosciuto come Ultimo.
L'amministrazione ha acquisito l'immobile nel 2011, insieme a quello poi affidato ad Auser, pagando 221mila euro per sistemare una situazione debitoria. Fino al 2016 nei locali era presente, in affitto, la Banca di Credito Valtellinese, poi all'inizio del 2017 il Comune ha avviato l'iter per una nuova concessione. Al bando si è presentata solo l'Officina Casona con il progetto "Parallelo".
CHI SONO I RAGAZZI DI OFFICINA CASONA E IN COSA CONSISTE IL PROGETTO
Otto i ragazzi che compongono il team, tutti under 30 e laureati: «Il nostro desiderio è quello di creare un ambiente dove dedicarci alla formazione e all'inserimento lavorativo di fragilità sociali, ovvero richiedenti asilo e rifugiati – ha spiegato il presidente di Officina Casona Scs, Michele Costalonga -. La nostra è una sfida che abbiamo subito voluto condividere con i residenti della palazzina, coinvolgendoli in maniera trasparente, facendo capire loro le nostre finalità». Trasparente sono anche le finestre dei locali: «Un ambiente trasparente fondamentale per avere uno scambio di apertura verso l'esterno – ha aggiunto il sindaco Mirella Cerini – e far sì che chi è fuori sia spinto ad aprire la porta. Una realtà giovane come la vostra, con idee innovative e tanta passione, non poteva che creare un ambiente conviviale».
12 i rifugiati al momento inseriti all'interno del progetto, uomini dai 20 ai 34 anni, provenienti da Senegal, Gambia, Ghana, Nigeria, Mali e Pakistan, i quali vivono nei centri sociali di Fondazione Somaschi e Cooperativa Intrecci, tra Legnano, Castellanza, Rescaldina, Varese e Rho. Il primo ciclo di lezioni è partito il 31 luglio e domenica 1 ottobre la sede sarà inaugurata, con la presenza di Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale, e Gian Antonio Girelli, consigliere regionale e presidente della Commissione Speciale Antimafia.
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