Omicidio Marilena Re: l’accusato nega responsabilità
L'indagato dopo aver indicato il punto esatto dove scavare ha negato ogni responsabilità - Il corpo è stato trovato in una fossa profonda mezzo metro. Marilena Re, trovato il cadavere decapitato
In una fossa profonda mezzo metro, ripiegato su se stesso avvolto in un sacchetto di plastica e poi coperto in uno sacco di tela. Così è stato rinvenuto ieri, martedì 12 settembre, il cadavere decapitato che con ogni probabilità appartiene a Marilena Re la 58enne scomparsa di Castellanza.
L'agghiacciate rinvenimento si è registrato dopo 10 ore di scavi nell'orto di proprietà dell'accusato, Vito Clericò, il pensionato 64enne di Garbagnate Milanese indagato per l’omicidio della promoter. Oggi, mercoledì 13 settembre, è stato ufficializzato che proprio l'indagato, alle 23 di domenica 10 settembre, durante l'interrogatorio nella Caserma dei Carabinieri di Busto Arsizio, ha ammesso al P.M. della Procura di Busto Arsizio, titolare delle indagini, di aver nascosto il corpo di Marilena, la mattina del 30 luglio scorso, all’interno del proprio orto.
Il 64enne però ha negato comunque ogni responsabilità in ordine alla morte della donna. Sulla sua versione si mantiene, per motivi investigativi e di segreto di indagine, il massimo riserbo.
Il pensionato ha accompagnato l’Autorità Giudiziaria e gli investigatori in un suo orto e lì ha indicato il luogo esatto dove avrebbe sepolto la vittima. Successivamente, il 64enne è stato riaccompagnato alla Caserma dei Carabinieri di Busto Arsizio e sottoposto a fermo del Pubblico Ministero.
Dopo gli avvisi previsti dal codice di procedura penale all’indagato presentati al suo difensore ed ai familiari di Marilena Rosa Re, il personale specializzato del laboratorio di antropologia ed odontologia forense (LABANOF) di Milano si sono messi all'opera. Gli specialisti si sono dedicati alle operazioni di scavo, dalle 11 sino alle 20, per garantire gli esiti tecnici delle operazioni.
Intorno alle 18 è giunta la conferma del rinvenimento di un cadavere così i magistrati e i carabinieri si sono recati nell’orto. Il tragico quadro della situazione si è presentato chiaro: in una fossa di circa un metro per 50 cm di lato e 50 cm di profondità è stato trovato un sacco di tela, di circa 40 centimetri di lato conservava un sacchetto di plastica nel quale c'era il cadavere di un essere umano piegato con il tronco e le braccia rivolte verso il confine dell’orto e, al di sotto, le gambe.
Secondo quanto ufficializzato dagli inquirenti: «Il corpo era privo di testa ed in avanzato stato di decomposizione; non sono state rilevate, allo stato, lesioni né segni di bruciatura. Dall’esame preliminare del bacino, l’esperto del Labanof ha indicato al 90% la probabilità che si tratti di persona di sesso femminile. La certezza che sia una donna e che si tratti di Marilena Re potrà venire solo dall’autopsia e dalla comparazione del DNA del cadavere con il DNA della vittima già acquisito».
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