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Pellegrinaggio in bici: “Varcare il traguardo della Pace”

Il Gruppo ciclistico parrocchiale del Beato Cardinal Ferrari in visita ai luoghi sacri della Grande Guerra...

"Quando torni a casa da questo genere di pellegrinaggio, ti viene davvero voglia di amare ancora più la nostra Italia. Una full-immersion straordinaria ". E' sempre coinvolgente don Paolo Gessaga, parroco al Beato Cardinal Ferrari, ma anche originale nelle iniziative sportivo-spirituali in tour per le strade italiane con il gruppo di appassionati ciclisti. I suoi pellegrinaggi fanno sempre notizia. Questa volta la meta non è stato un santuario come in passato (Assisi, Loreto, Compostela), ma i luoghi sacri della Prima Guerra Mondiale. Di seguito il resoconto con alcuni spunti di riflessione e una galleria fotografica.

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Pellegrinaggio in bici: "Varcare il traguardo della Pace" 4 di 12

Varcare il traguardo chiamato Pace.Che cosa significa? Certamente può indicare  la conclusione di un giro in bicicletta. Esatto, ma non per competere, quanto per imparare a vivere, a riscoprire qualcosa di se stessi, del nostro passato, della nostra storia italiana. Sì nella prima settimana di settembre il nostro gruppo ciclistico parrocchiale del Beato Cardinal Ferrari in Mazzafame, ha realizzato un pellegrinaggio a carattere storico e patriottico, potremmo dire di ringraziamento per rendere omaggio ed onore a tanti nostri giovani caduti durante il conflitto della Grande Guerra di cui celebriamo in questo anno il centenario della tragica disfatta di Caporetto. I nostri dieci ciclisti accompagnati da esperti veterani dei ciclo amatori locali sono partiti da un luogo di pace straordinario quale Sotto il Monte, dove è nato San Papa Giovanni XXIII° che scrisse l’enciclica Pacem in Terris per scongiurare l’escalation di una possibile guerra nucleare tra le grandi potenze, oltre cinquant’anni or sono. Dopo la Città di Angelo Roncalli il gruppo si è portato verso Solferino per ricordare nelle guerre risorgimentali il sacrificio di coloro che contribuirono alla liberazione della nostra Regione dal dominio Imperiale austriaco circa 160 anni or sono.

Il gruppo è poi entrato nel vivo dei luoghi della Grande Guerra e dopo una sosta a Vicenza si è passati per Bassano del Grappa centro suggestivo,  di enorme valore storico anche per la più recente Resistenza (medaglia d’oro alla Città)  e da lì al sacrario del Monte Grappa con una ascesa tipica dei gran premi della montagna, quasi trenta chilometri di salita. Il ricordo di ben 23.000 caduti fa pensare all’enorme sacrificio umano per conservare la nostra indipendenza e le tradizioni italiche, così come gli straordinari ricordi visibili di trincee, gallerie, osservatori, avamposti militari costruiti con genialità ed enormi fatiche non solo dei soldati ma di molti civili locali. Si è poi proseguiti per altri luoghi significativi come Nervesa della Battaglia con il Montello,  la cui collina è stata teatro della battaglia del Solstizio avvenuta proprio tra il 19 e 21 giugno 1918 con un enorme numero di caduti tra entrambe le parti. Lì, come altrove abbiamo sostato in preghiera leggendo alcuni dei nomi  dei giovani soldati restati sul campo per fermare l’avanzata austriaca, l’ultima offensiva per provare inutilmente a sfondare le linee del Piave.

Tanti i ricordi anche di armamenti lì ben ordinati e di altri oggetti per far comprendere a noi, e si spera ai futuri italiani, il valore e la dedizione di questi giovani al nostro Paese. Così il pellegrinaggio è entrato nei luoghi più significativi della Vittoria finale quali Vittorio Veneto, dove abbiamo sostato nella splendida cattedrale ricordando i giovani che lì hanno definitivamente sgominato le armate austro-ungariche costringendo l’Imperatore  Carlo I° all’armistizio del 04 novembre 1918. Infine nel sesto giorno del pellegrinaggio percorrendo oltre 550 Km,  si è raggiunto, sotto una pioggia battente (niente come difficoltà di fronte a quanto hanno affrontato i nostri nonni o bisnonni), il sacrario militare immenso di Redipuglia con il vicino colle di Sant’Elia dove iniziarono le dodici battaglie  dell’Isonzo. Tutti visibilmente commossi di fronte agli oltre centomila soldati che lì riposano, ma sono sempre PRESENTI, in noi italiani, cittadini che non vogliamo dimenticarne la memoria, anzi tenerla viva perché anche attraverso di loro abbiamo costruito il nostro Paese libero, democratico, indipendente capace di custodire e promuovere il principio della pace fondata sulla giustizia bnel pieno rispetto per ogni persona. Lì nella cappella di Redipuglia, dopo aver riconosciuto in alcuni nomi persone con le quali i nostri nonni erano andati  sotto le armi, abbiamo celebrato la S.Messa per tutti i Caduti con la preghiera del soldato ed il desiderio di una vera e stabile pace nel mondo.  Poco più avanti abbiamo potuto fermarci in uno dei primi cimiteri di guerra: Aquileia, famosa per la basilica con pavimento paleo cristiano, ma anche per aver custodito le prime tombe dei soldati ignoti da cui venne riesumato il milite che riposa nell’Altare della Patria. Assai struggente nel cimitero la scultura del Cristo in Croce che stende il braccio destro per accogliere e benedire il soldato morente, anche lui come Gesù  ha offerto la vita perché altri vivano il perdono e la riconciliazione per una vera pace.

E’ bene soffermarsi a riflettere:  questi Sacrari parlano da soli, dicono quanto abbiamo ancora da camminare per realizzare l’Italia voluta da queste generazioni coinvolte nel grande conflitto,  ma sempre vive nella volontà di lavorare per un futuro migliore e sicuro. E’ stata un’esperienza unica, diremmo interiore e la vorremmo consigliare, anche se non in bicicletta a tutti, è una vera scuola di vita e ringraziamo per aver percorso questo istruttivo itinerario. Sì abbiamo tagliato il più bel traguardo: costruire la pace ogni giorno operando come fratelli solidali, onesti, pronti a dare il meglio di sé dove viviamo e lavoriamo.

Gruppo ciclistico parrocchiale del Beato Cardinal Ferrari

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Settembre 2017
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