Il Circolo Famigliare rinasce con l’aiuto dei turchi
Domenica 30 aprile l'apertura al pubblico, mentre l'inaugurazione ufficiale con taglio del nastro avverrà più avanti
Nella foto, da sinistra, Michele Palazzo, Fabrizio Faccicani, Romeo Caputo e Renzo Morelli
Il Circolo Famigliare rinasce a vita nuova con l'apertura del Centro Culturale Polivante, nella parte seminterrata de "La Terrazza", la nuova attività di ristorazione su viale Lombardia. L'inaugurazione ufficiale avverrà più avanti quando potrà essere presente il presidente Gaetano Castiglioni; quella di domenica 30 aprile sarà solo un'apertura al pubblico per conoscere la nuova struttura, dopo la ristrutturazione. Di origini turche, sono stati proprio i ristoratori a sobbarcarsi le spese per i lavori di rifacimento, comprendenti anche la messa a norma con l'installazione di impianti antincendio e di aerazione.
«La cooperativa ha profuso uno sforzo immane la realizzazione di due progetti – ha spiegato in una lettera il presidente Castiglioni -: "La Terrazza" il cui finanziamento è stato concesso tramite contratto, e la realizzazione del Centro Culturale Polivalente con lo scopo di valorizzare lo sviluppo della cultura in tutti i rami. Tutti collaboriamo con responsabilità e gratuitamente per amore di ciò che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità».
I circa 60 soci della Cooperativa potranno ora ritroatsi insieme nella sede che sarà anche un luogo a disposizione della comunità castellanzese e non solo per le attività più disparate, sia dei cittadini sia delle associazioni. Al centro della sala all'entrata un quadro di Giancarlo Pozzi, donato alla cooperativa che, dal 1902 sul territorio, era sull'orlo del fallimento. Dopo la manifestazione di interessi di una ventina di privati, il Consiglio d'Amministrazione ha optato per l'assegnazione ai turchi della struttura dove far sorgerà un ristorante. «Ora bisogna rilanciare l'attività che non avrà fini di lucro – ha sottolineato Michele Palazzo -. Importante la miscela che si è creata tra privato e cooperativa con un contratto di 18 anni. Noi non saremmo stati in grado di metterci un euro».
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.