Alto Milanese: la mappa dei beni “rinati” dopo la mafia
Tanti gli immobili destinati a fini sociali Legnano ricorda l'impegno delle vittime contro le mafie
Nella giornata in ricordo di tutte le vittime di mafia (Qui la cerimonia del Comune di Legnano) è stato ricordato l'impegno che anche le amministrazioni comunali, nel loro piccolo, possono mettere in atto per contrastare le mafie. Un modo è quello di destinare i beni confiscati alla criminalità organizzata a fini sociali. Nell'Alto Milanese sono una decina gli immobili riutilizzati.
A Legnano
Il Comune di Legnano ha di recente acquisito la villa di via Pasubio confiscata alla 'ndrangheta: l'obiettivo è convertirla in una casa rifugio per donne dove sarà ubicata la sede del centro antiviolenza. Casa rifugio per le donne: a breve il bando
«Dobbiamo verificare la possibilità di presentare un nuovo progetto relativo a tutta la struttura – spiega l'assessore alle politiche sociali, Gian Piero Colombo -. E' infatti stata approvata una legge regionale che consente l'uso dei seminterrati. Entro maggio, comunque, presenteremo il progetto e la Regione emetterà la graduatoria a settembre». La villa, confiscata nel 2012, era la residenza di Cosimo Barranca, uno dei principali esponenti lombardi di questa organizzazione criminale.
Sempre a Legnano è stato confiscato un immobile "a rustico" in via Galvani composto da 7 piccoli appartamenti: «Come Comune abbiamo manifestato l'interesse per l'acquisizione ma non è ancora arrivata risposta – spiega ancora Colombo -. Nel momento in cui lo stabile ci verrà affidato dall'agenzia nazionale dovremo partecipare a un bando: gli appartamenti vanno infatti completati e i costi sono piuttosto elevati. Questi potrebbero poi essere destinati all'Housing Sociale».
Ricordiamo che, sempre in città, un altro appartamento confiscato alla mafia è stato affidato all'associazione Cielo e Terra per ospitare bisognosi. Risale al 2010 invece l'operazione che portò al sequestro del locale legnanese Stomp.
Nell'Alto Milanese
A Rescaldina, dopo l’avvio dell’osteria sociale La Tela sulla Saronnese, nata al posto del ristorante Re Nove gestito dalla famiglia di ‘ndrangheta dei Medici, sono stati di recente avviati i lavori alla villetta di via Melzi. L’immobile, confiscato alla mafia due anni fa, verrà completamente ristrutturato per dare vita ad un progetto volto a favorire l'integrazione di persone con disagio psichico.
A San Vittore Olona la villa sequestrata alla criminalità organizzata dell'Est Europa in corso Sempione è stata restituita alla comunità di recente: l'immobile è stato messo in sicurezza e l'intenzione dell'amministrazione è di darlo alle associazioni. Destinato al Comune anche un terreno edificabile in via Mazzini.
A Parabiago, risulta affidata al Comune per fini istituzionali una villa al civico 12 di via Enrico Fermi.
A Dairago la villa di via Roma è stata utilizzata per fini sociali. Qui l'articolo: "Nella villa confiscata alle mafie la casa delle associazioni"
A Castellanza era intervenuto l'allora ministro agli Interni, Roberto Maroni, per la consegna delle chiavi al Comune della struttura sequestrata alla mafia oggi utilizzata come sede Auser.
A ottobre 2017 tornano a vivere anche gli altri locali di via Montello grazie al progetto di Officina Casona, mirato alla formazione e inserimento lavorativo di migranti. Qui l'articolo: Nel bene tolto alla mafia si aiutano i migranti.
Infine ancora una villa sequestrata e destinata a fini sociali in via Ponchielli a Nerviano.
La mappa di Regione Lombardia "OpenRegio" è per il momento aggiornata per i beni già destinati alle amministrazioni comunali che solo in Lombardia sono più di 800, se si aggiungono quelli ancora da destinare questi salgono – dato aggiornato a febbraio 2017 – a 2.321. A breve sarà presentata una mappa interattiva con tutti gli immobili confiscati e censiti in Italia
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