Il Comune chiede verità per Giulio Regeni
L'amministrazione ha deciso di aderire alla campagna di Amnesty International e de La Repubblica
Verità per Giulio Regeni, il giovane ricercatore universitario italiano torturato e ucciso in Egitto, all'inizio del 2016, a soli 28 anni. A chiederlo è l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Pietro Romano, che ha deciso di aderire alla campagna promossa da Amnesty International e dal quotidiano La Repubblica alla quale, finora, hanno già aderito diversi Comuni e Regioni, biblioteche, scuole, università, testate giornalistiche, associazioni e privati cittadini.
Il Comune, per manifestare il suo impegno, diffonderà la campagna attraverso il proprio sito internet e attraverso la pagina Facebook. "Con la nostra adesione a questa campagna intendiamo dimostrare la volontà di sostenere la famiglia di Giulio, assassinato in Egitto, nel desiderio di avere giustizia in un caso che appare, tuttora, intricato. Il ricercatore italiano rappresenta l'impegno dei nostri giovani nel campo dell'educazione e della cultura, oltre che l'apertura verso il mondo. Come tanti cittadini italiani chiediamo che sia ricercata la verità, per evitare che l'omicidio del giovane ricercatore venga dimenticato" sottolinea l'assessore Sabina Tavecchia.
Regeni, che era al Cairo per effettuare uno studio sulla situazione economica e sociale dell'Egitto, venne rapito proprio il 25 gennaio di un anno fa. Il suo corpo venne ritrovato lungo l'autostrada che collega la capitale egiziana ad Alessandria una settimana più tardi. La sua salma presentava evidenti segni di torture che potrebbero essere dovute ai suoi legami col movimento sindacale che si oppone al Governo guidato dal generale al-Sisi. L'omicidio del dottorando italiano all'università di Cambridge è ormai divenuto oggetto di dibattito politico in Italia e un motivo di tensione diplomatica tra il nostro paese e l'Egitto.
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