Un libro per dire no alla compravendita dei cani
Presentato "La fabbrica dei cuccioli", il saggio sul business illecito dei trafficanti di animali
L'amore non si compra, si adotta. È questo il messaggio lanciato dalla Lav di Rho attraverso la presentazione di "La fabbrica dei cuccioli", il libro scritto a quattro mani da Ilaria Innocenti e Macri Puricelli sul traffico internazionale di cani. "Abbiamo pubblicato questo saggio per denunciare un fenomeno che esiste da molti anni e che è in continua evoluzione. La mia esperienza su questo argomento è iniziata nel 2008, con la pubblicazione del primo dossier che riprendeva l'evoluzione della compravendita di cuccioli sin dagli anni Novanta. I cani, allora, erano venduti attraverso alcuni annunci pubblicati sui giornali e già a quei tempi non vi erano tracce di pagamenti, visto che venivano acquistati esclusivamente in contanti. Il boom del fenomeno si è poi registrato con l'avvento di internet. Il 50% dei cani, infatti, viene venduto in rete e anche tramite Facebook" ha spiegato l'autrice Ilaria Innocenti durante la presentazione che si è svolta nel pomeriggio di domenica 27 novembre al Pets Cafè di via Madonna.
La scrittrice, poi, ha raccontato al pubblico l'iter che porta circa 8mila cuccioli al mese in Italia. "I cani, importati dall'Est Europa, sono spesso diretti anche in Belgio, Romania e Spagna. Tutto ha inizio in un piccolo centro dell'Ungheria, dove ogni prima domenica del mese, diversi cani vengono proposti e venduti in un mercato senza richieste o garanzie. Spesso, poi, essi entreranno nei circuiti illegali o in quelli legati al combattimento tra animali. I cuccioli vengono venduti, dopo essere stati sottratti dalla loro madre, dopo solo due o tre settimane dalla loro nascita e molti di loro hanno persino dei documenti falsi. Vengono acquistati dai trafficanti a un prezzo che oscilla tra i 30 e i 60 euro per essere poi venduti anche a mille euro. Il viaggio verso l'Italia dura circa due giorni e vengono stipati in mezzi spesso non climatizzati, senza cibo e senza acqua. Il 50% di essi muore durante il viaggio o subito dopo, a causa del grande stress provato e delle malattie che possono contrarre, in molti casi, come la rabbia, ormai scomparse in Italia" ha affermato una delle due autrici del libro. I cani, una volta giunti in Italia, vengono quindi venduti online a dei privati che in alcuni casi non hanno la possibilità economica di curarli o a negozianti e allevatori.
L'autrice ha poi spiegato le motivazioni che l'hanno spinta a raccontare questa triste realtà: "Abbiamo voluto mostrare una vicenda sconosciuta. Spesso, inoltre, non si pensa mai alle prime vittima dello sfruttamento dei cuccioli, le loro madri. Esse, infatti, dopo una detenzione che può durare anche sei anni, o vengono abbandonate o uccise perché considerate ormai inutili allo scopo dei trafficanti. In quei paesi, anche se facenti parte dell'Unione Europea, non esiste una legislazione in grado di difendere i diritti degli animali. Ci vorrebbero delle nuove linee guida europee in grado di dare degli indirizzi in materia. La conoscenza su questo fenomeno è aumentata sia grazie ad alcune campagne che alla legge italiana che punisce il traffico dei cuccioli. L'Italia è l'unico paese in Europa a sanzionare i trafficanti. La sanzione è un ottimo strumento, ma serve maggiore collaborazione dai paesi dell'Est e maggiori controlli nel punto di partenza di questa pratica. L'unico strumento davvero in grado di fermare il traffico di cuccioli, però, è il preferire l'adozione all'acquisto".
La presentazione del libro si è poi conclusa con l'elencazione di alcuni dati riguardanti la pratica del traffico dei cuccioli. In Italia, tra il 2013 e il 2014, le forze dell'ordine hanno proceduto al sequestro di 2.630 cani e 15 gatti importati illegalmente nel nostro paese e fermato un business da quasi 2 milioni di euro che fa gola a tutti, dai delinquenti comuni alle organizzazioni formate anche da 15 persone che hanno a loro disposizione persino alcuni veterinari deviati.
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