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La calza “funny”, così la produzione resta a Parabiago

Con la visita al calzificio Rede si è concluso Pmi Day, iniziativa che ha coinvolto 450 studenti...

Con la visita al calzificio Rede di Parabiago si è concluso il Pmi Day, l'iniziativa di Confindustria Alto Milanese che ha coinvolto 450 studenti, ospiti in 18 fabbriche di eccellenza dell’Alto Milanese. Imprese che nonostante la concorrenza spietata resistono, continuando a innovarsi e a produrre sul territorio. 

Così ha fatto la terza generazione del calzificio parabiaghese, che ha deciso di continuare a mettersi in gioco in un mercato profondamente mutato, dove i negozi sono stati "mangiati" dalle grandi catene e i costi di produzione del Made in Italy non sono più concorrenziali. A visitarlo, oggi 15 novembre, un gruppo di studenti del terzo anno del corso moda del Bernocchi (nella foto). 

La domanda a cui dare risposta era una: «Come tenere in piedi la struttura industriale?».

I titolari, Michele e Giovanni Marazzini, hanno condotto uno studio commerciale portando una piccola ma grande rivoluzione in azienda. «Dovevamo trovare qualcuno che fosse disposto a pagare 20-25 euro per un paio di calzespiega Michele  – la cosa più facile è stata creare un marchio nuovo, "Red", una produzione funny e colorata, in completa antitesi a quella classica e basica di "Rede"». Con la nuova linea il calzificio è andato incontro ad una tendenza: più della cravatta, la calza sta infatti diventando un accessorio "must" anche per l'uomo che osa abbinando colori accesi e fantasie eccentriche ad abiti classici. Dalla linea uomo si è poi aggiunta anche quella donna. «La clientela – spiega ancora Michele – è quella medio-alta, disposta a spendere per un paio di calze ricercate e made in Italy: un prodotto che abbiamo progettato nel 2010 e fatto crescere partendo da zero».

Il marchio Red è interamente prodotto a Parabiago insieme ad una parte del marchio Rede: «Ormai  – sottolinea il titolare – l'industria italiana della moda deve specializzarsi in prodotti alti, di qualità e per questo deve farsi pagare, rinunciando piuttosto alla quantità; non possiamo più pensare di creare prodotti "cinesi" fatti in Italia». Oggi l'azienda non è più ai livelli degli anni d'oro, gli anni '70, quando i dipendenti erano 800, ma sta attraversando una nuova fase di espansione. Nello stabilimento parabiaghese sono impiegate 45 persone con una produzione automatizzata (vedi video). 

Un tempo, all'interno dell'azienda, c'era anche la scuola di formazione. Nel 2016 non è facile trovare chi sostituisca il personale storico: «Le scuole – afferma il titolare – non formano a sufficienza: troppa teoria e poca pratica, non riscontriamo praticità, i ragazzi sembrano staccati dalla realtà. Le ore di alternanza scuola-lavoro sono d'aiuto ma dovrebbero essere sempre di più». Quest'anno sono 5 mila gli studenti del territorio chiamati a frequentare stage in  500 aziende locali. 

 

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Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Novembre 2016
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