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Sì o no: due esperti spiegano perchè

L'incontro organizzato dall'ANPI si è svolto oggi pomeriggio, sabato 12, in biblioteca...

Tra il sì e il no, a tre settimane dal referendum sulla riforma costituzionale, circola ancora una terza opzione: il "non so". Per aiutare i cittadini a districarsi tra le ragioni dei due fronti, la sezione ANPI di Cerro Maggiore e Cantalupo ha organizzato un dibattito.

«Tra tre settimane (domenica 4 dicembre, ndr) saremo chiamati a votare per confermare o smentire la riforma costituzionale – ha ricordato durante l'incontro di oggi, sabato 12, il presidente della sezione cerrese Ambrogio Proverbio -. L'ANPI è schierata per il no, ma per noi è davvero importante informare i cittadini, affinchè le persone si informino e votino secondo valutazioni personali e non per il colore della loro "maglia politica" di appartenenza».

A sostenere il sì o il no alla riforma, il professore di diritto amministrativo all'Università Statale di Milano Gabriele Bottino e l'avvocato Giampaolo Pucci, esponente ANPI.

Quella proposta dal governo è una proposta da accettare secondo Bottino, perchè porterebbe a una semplificazione e velocizzazion dell'iter legislativo e porterebbe a un superamento del bicameralismo perfetto: «Che due camere facciano esattamente lo stesso lavoro rallenta tutto. Se la riforma dovesse passare, il nuovo senato andrebbe a funzionare da raccordo tra Stato e Regioni e valuterebbe l'impatto delle politiche europee sul territorio, continuando a esercitare il controllo sulle leggi del Parlamento solo in casi particolari. I senatori verranno segnalati dai cittadini al momento delle votazioni regionali. Le Regioni dovranno tenere conto delle preferenze degli elettori per proporre i senatori».

Di tutt'altro avviso Pucci, che vede questo passaggio come una privazione del potere del cittadino, a cui «dopo aver tolto la possibilità di eleggere i propri rappresentanti nelle Città Metropolitane (ex Province), non potrà nemmeno più scegliere i propri senatori». Uno scenaio preoccupante secondo l'esponente ANPI, soprattutto «visto l'accentramento di potere del presidente del consiglio dei ministri che si avrà, in combinazione con l'Italicum». «Il meccanismo del bicameralismo perfetto in Italia funziona – ha aggiunto Pucci -. Non si può confondere la causa con l'effetto. Lo sfilacciamento politico è il vero freno all'approvazione delle leggi, non il fatto di avere due camere. L'alibi per questa scelta è quello del "ping-pong" delle leggi tra parlamento e senato, ma questo riguarda solo il 3% delle norme. Il nostro problema non è quello di fare leggi più velocemente, ma di avere maggior ponderatezza e attenzione nel farle».

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Pubblicato il 12 Novembre 2016
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