L'amministrazione comunale, i cittadini, le associazioni combattentistiche e non e le forze dell'ordine attive sul territorio rhodense hanno reso onore alla giornata dell'Unità nazionale, a quella dedicata a tutte le forze armate e ai caduti in guerra e hanno ricordato la fine del primo conflitto mondiale e la vittoriosa battaglia di Vittorio Veneto grazie a una cerimonia che si è svolta nella mattinata di domenica 6 novembre.

L'iniziativa ha preso il via col ritrovo e il primo momento commemorativo davanti al monumento di piazza Marinai D'Italia. Il corteo ha attraversato le vie Primo Maggio e Stoppani e ha poi toccato l'ospedale di corso Europa, dove si è svolto un momento commemorativo davanti al monumento ai caduti per la Patria allietato dalle note proposte dal Corpo musicale cittadino parrocchiale di Rho. La manifestazione è poi proseguita al santuario dell'Addolorata, con la celebrazione della Santa Messa. "Le autorità civili, militari e religiose devono inchinarsi davanti agli uomini e alle donne si sono battuti per il diritto a essere umani e per la loro dignità. Oggi stiamo celebrando chi ha lottato per dei valori, non le guerre da loro combattute. Quella che stiamo vivendo è però una situazione completamente diversa. La nostra società, infatti, è dominata dall'individualismo e in molti si sono dimenticati di vivere i doveri dell'essere uomo e parte della Patria e della società prima di rivendicare i diritti. Dobbiamo chiederci cosa stiamo facendo per rendere migliore la Chiesa o la nostra nazione. I nostri caduti questa domanda se la sono posta e, senza lamentarsi, si sono rimboccati le maniche prendendo addirittura le armi per difendere questi valori" ha commentato, durante l'omelia padre Renato Elli.

Il corteo, dopo la funzione religiosa, ha poi toccato il monumento agli Alpini di corso Europa, le cappelle dedicate ai caduti e ai partigiani del cimitero del capoluogo e le vie Serra e Madonna prima dell'arrivo al municipio di piazza Visconti. Qui, sul palco, si è svolto il discorso del sindaco Pietro Romano: "Oggi abbiamo ricordato doverosamente chi è caduto al fronte, sopratutto i rhodensi che hanno combattuto e che il libro scritto dagli Alpini Colombo e Sada ci ha permesso di conoscere attraverso il racconto delle loro storie. Non volevano che il sacrificio di questi nostri concittadini fosse dimenticato perché, anche con la loro morte, hanno reso l'Italia una bella nazione. La giornata di oggi è servita anche a esprimere la nostra vicinanza ai militari italiani impegnati nelle missioni di pace all'estero e a ringraziare le forze dell'ordine per la sicurezza che garantiscono alla nostra città. Rho deve lottare contro la 'Ndrangheta, un cancro contro cui dobbiamo combattere. Il crimine organizzato, però, viene sconfitto anche grazie alla sua condanna sociale. Nessuno può sottrarsi a questa battaglia". Il primo cittadino rhodense, nella conclusione del suo discorso, ha poi inviato un messaggio alle popolazioni del Centro Italia colpite dal recente terremoto: "Siamo vicini a tutti loro che hanno perso tutto. Questi drammi ci fanno sentire ancora di più italiani. Siamo al loro fianco".