9 Giugno 2016

Egregio Direttore, troppo spesso la stampa è costretta a dare spazio a casi di malasanità. Io Le scrivo, invece, per mettere in luce che la buona sanità esiste ed è composta, prima che da strutture all’avanguardia, da professionisti seri, coscienziosi e preparati, che antepongono il bene del paziente a qualsiasi altro interesse.

E’ il caso del dottor Giorgio Carnevali, dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale dell’ospedale di Legnano, che ho avuto modo di conoscere di recente, durante il ricovero di mio marito.

Desidero ringraziarlo pubblicamente, non solo per la professionalità e per l’eccellente abilità tecnica che ha dimostrato nel corso del delicatissimo intervento chirurgico che ha condotto, ma anche per non essersi dimenticato che, dietro ogni paziente, c’è sempre una famiglia che segue con preoccupazione e, spesso, (come nel mio caso), anche con vera angoscia, ogni tappa della malattia.

Nonostante i ritmi frenetici e le onerose responsabilità cui è sottoposto quotidianamente, il dottor Carnevali ha sempre trovato il tempo per fermarsi ad ascoltarmi, chiarire i miei dubbi e placare le mie ansie, senza che per questo venissero meno, da parte sua, la sincerità e la schiettezza necessarie.

L’umanità è una dote che non s’impara sui banchi dell’università ma che, alla resa dei conti, fa la differenza tra un “buon medico” e un “medico”.

A lui e alla sua equipe, compreso tutto il personale anestesista, rivolgo il mio sincero e infinito “grazie”.

Lettera firmata