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I campi da tennis Tosi dedicati ad Antonio Bonfiglio

Il campione legnanese, vincitore della coppa Bivort, morì a soli 18 anni per una broncopolmonite fulminante...

«Sarebbe dovuto essere il successore di Gardini». Così titolavano a lettere cubitali i giornali dell'epoca dopo la morte prematura del legnanese Antonio Bonfiglio, campione nato sui campi da tennis della Franco Tosi, la cui straordinaria carriera è stata stroncata a soli 18 anni da una broncopolmonite fulminante. 

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Era il 13 febbraio 1959 e la città piangeva un ragazzo che avrebbe potuto scrivere la storia del tennis internazionale. Oggi, a distanza di 57 anni, su spinta dell'ingegner Pierluigi Dell'Acqua, coetaneo del giovane che ha condiviso con lui anche la passione per lo sport, l'amministrazione comunale ha deciso di dedicare ad Antonio Bonfiglio i campi da tennis dove è stato scoperto il suo talento. La cerimonia è fissata per sabato 11 giugno alle 11.

Il giovane tennista, assoldato dal Tennis Club Milano, ha partecipato a tornei nazionali e internazionali. Nella sua carriera ha collezionato 27 medaglie d'oro e con passione è volato fino a Parigi dove ha stupito avversari e critici vincendo il più prestigioso dei trofei, la coppa Bivort, la massima prova per giovani su campi coperti sotto i 19 anni. «Antonio Bonfiglio – scriveva Antonio Comi – avrebbe potuto essere l'erede dei Cucelli, dei Gardini, dei Pietrangeli. Aveva affascinato i severi critici per la felice aerea impostazione del suo gioco, per la limpidezza e la facilità dello stile, per il modo di giocare sbrigativo, schietto, essenziale. Entusiasmante era il suo gioco a volo quasi una speciale genialità lo portasse a prevedere il colpo dell'avversario così che la risposta gli riusciva con quella facilità che lascia ammirati e stupiti».​ 

Eppure, nonostante la sua bravura e la sua notorietà – era testimonial per la Maxima –  era un ragazzo umile e gentile:  «Di lui mi hanno colpito la sua modestia e la sua prudenza – scriveva Domenico Cocco Palmiero dopo la sua morte  – Pur avendo collezionato più di 25 medaglie d'oro, pur essendo campione italiano della categoria Juniores, pur rappresentando l'unica speranza per il nostro tennis non si è mai nè montato nè gonfiato la testa, un ragazzo buono, leale». La Gazzetta dello Sport lo aveva definito «l'unica reale promessa del tennis italiano: non era difficile prevedere che sarebbe presto arrivato alla coppa Davis». 

Il giovane frequentava la III B del liceo classico a Busto Arsizio ed era il più bravo della classe: la sua morte lasciò tutti  sconvolti. «Alle onoranze funebri – scriveva un quotidiano dell'epoca – v'era un numeroso corteo con autorità pubbliche e campioni sportivi, tra cui Cucelli, Del Bello, Maurizio Grisaldi, Angeli, Villa, Bodio, compagno di doppio di Bonfiglio  nella recente vittoria di Parigi».

Oggi, con l'intitolazione dei campi da tennis della Franco Tosi, che avverrà a breve, tutta la città potrà ricordare e conoscere la breve ma intensa e straordinaria vita di uno sportivo e di un cittadino che ha lasciato un grande segno nella città di Legnano. 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 30 Maggio 2016
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