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Referendum: “Il 17 aprile, diciamo si”

13 Aprile 2016

Riceviamo e pubblichiamo

Il prossimo 17 aprile siamo tutti chiamati a esprimerci con il voto sul referendum per abrogare la norma che consente ai petrolieri titolari di permessi e concessioni entro il limite delle 12 miglia marine, di sfruttare i giacimenti su cui operano anche oltre la scadenza della concessione e per tutta la durata della vita utile del giacimento. 

Il quesito riguarda solo una piccola parte delle attività estrattive che si svolgono oggi sul territorio e nei mari italiani, ma il suo significato è di grande importanza perché, se premiato col voto degli elettori, darebbe un forte segnale della volontà dei cittadini italiani di sostenere e accelerare la transizione verso un modello energetico che superi la dipendenza dai combustibili fossili, causa primaria del riscaldamento del pianeta e di danni irreparabili alla salute e all’ambiente. Rispettando altresì l’impegno, assunto in occasione della Conferenza ONU sul Clima tenutasi a Parigi lo scorso dicembre, a operare per contenere la febbre della Terra entro 1,5 gradi centigradi.

Vale ricordare che investire nelle energie rinnovabili non solo è necessario, ma anche utile per la nostra economia: già oggi questo settore conta 60mila addetti, tra diretti e indiretti, con una ricaduta economica di 6 miliardi di euro, e può offrire nuove opportunità di ricerca e occupazione qualificata per i tanti giovani che ogni anno lasciano il nostro Paese per cercare lavoro all’estero. Senza mettere a rischio il nostro vero petrolio che è la bellezza del territorio, o danneggiare le attività economiche che solo un ambiente preservato rende possibile. 

L’estrazione di gas e petrolio in Italia è invece utile solo ai petrolieri che da noi pagano i diritti più bassi al mondo, solo il 7% del valore di quanto si estrae. E i danni (Basilicata insegna) sono a carico della comunità.

Rifondazione Comunista sostiene con forza il Sì al quesito referendario e invita tutti i cittadini a recarsi a votare. L’espressione del voto, qualunque esso sia, è un diritto di cittadinanza e un esercizio di partecipazione democratica: ogni tentativo di ostacolarlo e vanificarlo, come cerca di fare chi suggerisce di non andare a votare e impone il silenzio ai mezzi di informazione, è una minaccia per la democrazia e va respinto. Con maggior forza alla luce degli intrecci perversi tra chi ci governa e lobby del petrolio, che la magistratura sta portando a galla.

Solo con la socializzazione del sistema produttivo, a partire da una ripublicizzazione del settore energetico che preveda il controllo da parte dei lavoratori e dei cittadini, è possibile attuare un piano di produzione e consumo dell'energia che risponda ai bisogni del Paese in modo sostenibile, rispettoso dell’ambiente e attento alla salute di tutti.

Rifondazione Comunista – Circolo "D. Lazzari" di Legnano

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