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Dipendenti municipali: Cecchin propone la mobilità tra Comuni

Cerro ha il doppio dei dipendenti per numero di abitanti rispetto a San Giorgio, il cui sindaco chiede una ridistribuzione interna tra comuni ...

Il caso eclatante è Sanremo, con 55.312 cittadini e 469 dipendenti comunali, di cui 9  sospesi per assenteismo, ma basta guardare all'interno dell'Alto Milanese per trovare disparità tra personale assunto a servizio della comunità e numero di abitanti. «Perchè Cerro Maggiore dispone di 6 dipendenti ogni mille abitanti e San Giorgio su Legnano di 3.1 dipendenti ogni mille abitanti?».

E' la domanda che Walter Cecchin, primo cittadino sangiorgese, pone alle utorità,  in primis il ministro Madia e l'Anci. 

Il sindaco che ha già proposto la fusione tra il suo Comune e quello di Canegrate per ottimizzare servizi e risorse, si è messo a spulciare tutti i siti internet comunali per evidenziare il malfunzionamento della pubblica amministrazione.  Nella tabella a fianco  si legge che Legnano ha una media di 4.9 dipendenti ogni mille abitanti, Parabiago ha una media di 4.6 dipendenti ogni mille abitanti, Magnago di 4,2, Inveruno di 3.7, Nerviano di 5, Villa Cortese di 3.3, e l'elenco continua. Dati che  portano il primo cittadino a continuare la campagna di accorpamento di servizi, unione e successiva fusione dei comuni, non solo come volontà, ma come assoluta necessità. Da lui inoltre la proposta di una mobilità tra Comuni: «Con una  semplice operazione di ridistribuzione interna tra comuni – scrive Cecchin –  non si aumenterebbe la spesa pubblica e ci sarebbero vantaggi per tutti cittadini Italiani compresi quelli Sangiorgesi».

Di seguito le considerazioni del sindaco in merito alla situazione del personale  comunale a San Giorgio su Legnano sempre più insostenibile.


Con la tabella sopra esposta, ricavata attraverso i siti internet dei vari comuni, vorrei portare all’attenzione di tutti,   lo squilibrio esistente nel  personale operante per  ogni 1.000 abitanti. 

L’ obbiettivo è quello di porre all’attenzione di chi è preposto a valutare e conseguentemente a  decidere, di valutare attentamente queste disparità.

Pertanto Ministro Marianna Madia questa breve riflessione è anche per Lei e naturalmente anche per il portavoce dei comuni l’ANCI che dovrebbe tutelare gli interessi delle amministrazioni comunali.

Questa ripartizione fortemente sbilanciata ha ripercussioni sul numero e la qualità dei servizi che ogni comune eroga.  Come cittadini non dovremmo avere almeno in questo caso un trattamento equo?

Ancora una volta mi ritrovo a segnalare il disagio operativo che comuni piccoli come San Giorgio e molti altri devono affrontare e che purtroppo  non vengono  recepiti e presi in considerazione,  da chi oggi si trova in una situazione di assoluta tranquillità con la gestione del personale e dei servizi ai cittadini.

Se osserviamo la tabella e raffrontiamo San Giorgio con il comune di Sanremo si può facilmente riscontrare la disparità finora evidenziata. 5,4 dipendenti in più per ogni 1000 abitanti mette alcuni soggetti nella condizione di fare altro, in virtù dell’eccedenza evidente di personale.

Pertanto non è corretto generalizzare come spesso accade, nel dire che i dipendenti pubblici sono tutti dei fannulloni. Vivendo quotidianamente la realtà del comune che amministro mi sento di affermare l’ esatto  contrario.

Il comune di San Giorgio su Legnano ha al suo interno, dipendenti  validi, preparati e responsabili che ogni giorno si fanno carico delle diverse esigenze  in una situazione di costante emergenza. 

Questa considerazioni sono confermate dal crescendo costante delle ore di straordinario,  e dai numerosi giorni di ferie accumulate nel corso degli anni. Un dato su tutti nell’anno 2015, le ore di straordinario complessive sono state oltre 1.500, non per andare in “canoa” ma bensi per assicurare i  servizi indispensabili  ai cittadini Sangiorgesi.

La domanda spontanea che ognuno di noi farebbe è: Perché  non si assume nuovo personale?

Attualmente per poter assumere un nuovo dipendente  sono necessarie ben 4 cessazioni, perché il turn over previsto è del 25% ed  inoltre non è possibile aumentare  annualmente la spesa complessiva prevista per il personale. In questo modo con il passare del tempo ed il personale che cesserà per raggiunti limiti d’età il suo lavoro, non si potranno  garantire  i servizi richiesti dai cittadini.

Forse qualcuno non ha recepito le difficoltà oggettive quando propongo l’unione e la successiva fusione tra comuni. L’effetto domino che ha colpito i piccoli comuni sembra ormai irreversibile. In Emilia la rivoluzione degli accorpamenti è un caterpillar: da 348 i comuni sono scesi a 334, fra poco saranno 323 con la prospettiva quasi certa di arrivare a 300. Idem in Lombardia dove i comuni interessati ad una fusione sarebbero 25, in Toscana 14, nelle Marche 5, in Veneto 4 e così anche per le altre regioni.

Questo è il risultato degli    incomprensibili  tagli   lineari fatti dallo Stato  senza valutare equamente le risorse necessarie ad ogni singolo comune.   Un sistema  normativo corretto non è solo quello che tratta tutti allo stesso modo, ma che  valuta con parametri  di equità  le divere realtà,  ripartendo le  risorse sia di personale che economiche con criteri più giusti.

Per avere uniformità su tutto il territorio nazionale si dovrebbero creare dei parametri di valutazione in base alla  quantità di servizi offerti al cittadino , numero di  abitanti ed estensione territoriale.

Fatta questa semplicissima ed elementare operazione si dovrà valutare la pianta organica di ogni comune adeguando il personale rispetto alle esigenze richieste.

Non sarà necessario il licenziamento per esubero come avviene nell’ambito privato, ma si potrà ripartire nei comuni sotto organico il personale eccedente. Questo ovviamente presuppone un cambiamento radicale nella gestione del  personale della P.A. che dovrà essere condiviso anche  dalle associazioni sindacali.

Con una  semplice operazione di ridistribuzione interna tra comuni,  non si aumenterebbe la spesa pubblica e ci sarebbero vantaggi per tutti cittadini Italiani compresi quelli Sangiorgesi.

Walter Cecchin

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 10 Marzo 2016
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