Commozione ai funerali del noto politico Stefano Candiani, deceduto dopo la caduta dal tetto di un capannone sul quale era salito per sistemare un lucernario (leggi qui).

La cerimonia, celebrata da don Roberto Verga, si è tenuta stamattina, sabato 30 gennaio, nella parrocchia SS.Cornelio e Cipriano a Cerro Maggiore. Numerosi i politici cha hanno voluto dare l'ultimo addio al 53enne cerrese conosciuto per aver ricoperto il ruolo di assessore a Cerro Maggiore e a Turbigo, oltre che essere stato segretario provinciale della Lega Nord.

Presenti tra gli altri l'assessore regionale Massimo Garavaglia con la consigliera regionale Carolina Toia. Particolarmente commossi i consiglieri della Lega Nord di Legnano e Cerro Maggiore Gianbattista Fratus e Marina Lazzati. Seduti in prima fila i sindaci Teresina Rossetti (Cerro Maggiore), Raffaele Cucchi (Parabiago) e Christian Garavaglia (Turbigo). Con loro anche il sindaco di San Vittore Olona Marilena Vercesi.

«E' stato un momento bello incontrare e ascoltare i famigliari di Stefano mentre raccontavano la sua vita – ha affermato don Verga durante l'omelia -. È stato un momento significativo: ho percepito una grande forza in ognuno di loro. Ricordatevi che il dolore è sempre qualcosa di personale, unico e al contempo comunitario. Profondo l'impegno di Stefano per la comunità: un impegno dimostrato dai gonfaloni dei Comuni in cui lui ha ricoperto l'incarico di assessore. Un uomo deciso, forte e capace». Proprio per la grande passione di Candiani per la pesca, il sacerdote voluto leggere la poesia di Goethe "Il Pescatore".

A fine cerimonia la consigliera cerrese Lazzati ha ricordato Candiani come «un grande amico, uomo leale: una presenza importante nella vita di tante persone. Oggi parlo a nome di tutti gli amici di Stefano. Ho condiviso tante avventure: nei 9 anni di amministrazione a Cerro Maggiore abbiamo vissuto tanti momenti belli e difficili. Stefano ha sempre agito per il bene delle persone mantenendo pacatezza e decisione. Tutti noi lo ricordiamo per la sua passione: la pesca. Si illuminava quando si metteva a raccontare le sue imprese. Ma, una volta prese, liberava subito le sue prede, a conferma del rispetto che aveva verso la natura e la vita. Ciao Stefano, buon viaggio».