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Un pomeriggio all’Uate Riale

Due argomenti molto diversi, un relatore locale e l'altro di Lecco alla "lezione" dell'associazione parabiaghese...

Due argomenti molto diversi, un relatore locale e l'altro di Lecco, il pubblico, formato dai numerosi iscritti all'Uate Riale di Parabiago, egualmente entusiasta ha dato come risultato anche uno staff dirigenziale molto soddisfatto per le scelte operate.

Il ben noto principio dell'Uate Riale che consente a chiunque di partecipare perchè non obbliga alla frequenza nè dal punto di vista burocratico nè da quello essenziale degli argomenti da trattare sempre distinti non viene mai disatteso ed, a volte, come è successo proprio oggi, diventa anche più gradito per il fortunato mix delle lezioni che hanno tenuto avvinti i partecipanti per ben due ore.

Il primo argomento è stato trattato dalla Dott.ssa Cinzia Dellavedova che ha scientificamente provato come funziona il nostro cervello con esempi e test di facile comprensione e la sua bipartizione in cervello ingegnere e cervello poeta.

A livello generale si è imparato che l' emisfero sinistro del cervello è "l'ingegnere": oltre ad essere specializzato nei processi linguistici, è maggiormente competente in quelli sequenziali e nella percezione-gestione degli eventi che si susseguono nel tempo, come ad esempio la concatenazione logica del pensiero; in altri termini, il cervello ingegnere è maggiormente qualificato nella percezione analitica della realtà. L'emisfero destro, invece, è il "poeta", più specializzato nell'elaborazione visiva e nella percezione delle immagini, nella loro organizzazione spaziale e nell'interpretazione emotiva; più sommariamente, al cervello poeta spetta la percezione globale e complessiva degli stimoli.

Gianfranco Scotti invece, nato a Cuggiono e divenuto cittadino lecchese fin dalla più tenera età, dopo aver promosso il vocabolario italiano-lecchese e lecchese-italiano (pubblicato nel 1992) ha dedicato la sua attenzione ad un capolavoro sempre attuale e coinvolgente quale i Promessi Sposi che ha interamente ed integralmente tradotto in dialetto lecchese.

Dal libro "I promessi Sposi vultaa in dialèt de Lècch" ha dedicato alla platea la lettura del primo passo, il passo di Don Abbondio e della Perpetua dopo l'incontro con i bravi, la madre di Cecilia ed altro ancora ricevendo grandi applausi e dimostrando quanto l'armonia descrittiva del Manzoni non perda nulla nel cambio col dialetto che ha rischiato di essere utilizzato per lo scritto originale. Interessanti e dotte le distinzioni fra i dialetti del lombardo occidentale – la cui variante più prestigiosa e letterariamente più significativa è rappresentata dal milanese – e le parlate del sistema orientale con Lecco nel bel mezzo.

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Pubblicato il 04 Novembre 2015
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