17 Marzo 2015

Gentile direttore, 
 Gli sviluppi della vicenda IKEA degli ultimi giorni mi hanno fatto riflettere. 
È possibile che ogni volta ci sia una qualche opportunità di sviluppo, di investimento, di futuro, ci si debba sempre scontrare contro a un muro di "no"?
Nel mio piccolo, ho provato ad analizzare la situazione, e credo che ci sia un nesso con il preoccupante aumento dell'analfabetismo funzionale, che – arrivato al 47% della popolazione – ha portato l'Italia al primo posto nella classifica mondiale.
Essere analfabeti funzionalmente non significa non saper leggere, scrivere e far di conto. Chi è funzionalmente analfabeta ha una padronanza di base dell'alfabetizzazione (cioè di leggere e scrivere testi nella sua lingua madre), ma con un grado variabile di correttezza grammaticale. 
Ma c'è altro. Un analfabeta funzionale interpreta la realtà in modo differente. E questo è il punto di connessione. Non si è in grado di leggere e interpretare la realtà complessa in cui si vive.
Tradurre il mondo paragonandolo esclusivamente alle proprie esperienze dirette, essere contrari a IKEA solamente perché porterà a un incremento del traffico, non è interpretare la realtà. 
Costruire un'analisi che tenga conto anche delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, è interpretare la realtà complessa nella quale viviamo. 
In quanti lo hanno fatto, prima di rispondere un "no" categorico?
Mi scuso per la prolissità, ma il tema è davvero preoccupante.

Un caro saluto,
Matteo Cuturello