Renzi ad Expo: «Remiamo tutti dalla stessa parte»
Il premier invita a rimanere ottimisti nonostante le incertezze sulle tempistiche Renzi alla Carnaghi, azienda modello
Dopo la visita sotto la pioggia del 14 agosto scorso, Renzi torna nei cantieri di Expo. Cantieri che mostrano uno stato di avanzamento dei lavori ancora arretrato, come prevedibile. Fioccano percentuali: c’è chi dice che ad ora sia stato ultimato soltanto il 9% dell’opera, c’è chi azzarda un 20% e chi prevede che entro l’inaugurazione sarà pronto soltanto l’80%. Il sito Open Expo – Dati e trasparenza per Expo, tramite il “cruscotto lavori” indica che, su 34 lotti, 3 sono stati completati, 3 sono in fase di collaudo, 2 sono sottoposti a verifiche contabili e amministrative, 1 è in sospeso, e ben 25 sono ancora in fase di costruzione. Eppure appena tre giorni fa Giuseppe Sala, commissario unico per Expo, ha dichiarato che, sebbene non si possa fare una percentuale esatta dell'avanzamento dei lavori, «siamo obiettivamente intorno al 90%».
La visita del premier Matteo Renzi serve proprio a questo: a far dimenticare numeri e percentuali e dare un’infusione di fiducia agli italiani. Il primo saluto va ai lavoratori: «Voi siete anima e cuore del cantiere» dichiara Renzi, affiancato da Sala e dal ministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con delega ad Expo, Maurizio Martina. Il secondo pensiero va alle aziende che, nonostante le difficoltà, stanno partecipando alla realizzazione di questa «straordinaria scommessa» che è Expo, che mette in gioco «un’idea di Italia». Già, perché secondo il presidente del Consiglio, Expo non sarà semplicemente un evento, bensì un’occasione che metterà in campo un’altissima concentrazione di ideali. Si discuterà di cibo, di bellezza, di cultura, soprattutto in relazione a un contesto complesso, che deve fare i conti con problematiche come la fame nel mondo e l’obesità.
L’invito è quello di «remare tutti dalla stessa parte, basta facce lunghe». Anche perché 3 milioni di biglietti sono già stati venduti solo nel nostro Paese, e l’aspettativa è quella di 10 milioni entro la fine della manifestazione. «Il nostro Expo sarà come una cattedrale medievale, una cattedrale laica: ognuno vi contribuirà orgogliosamente con il proprio tassello». Parole studiate per dare una scarica di ottimismo e fiducia sia in chi all’Expo ci lavora, sia in tutti gli italiani col fiato sospeso in attesa del primo maggio. Parole però troppo intrise della solita retorica, di frasi già sentite che non convincono più come una volta. «Renzi ha di nuovo fatto promesse, ma i fatti restano fatti» il commento di un operaio al lavoro, giorno e notte, nel cantiere.
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