“Monica, capogruppo del PD. Ma chi l’ha deciso?”
Stefano Quaglia non critica la persona, ma il metodo della nomina e replica: "la carica spetta a me!"...
(m.t.) – Stefano Quaglia, consigliere comunale eletto nelle fila del PD, ma non più iscritto al Circolo di Legnano, alza la voce dopo la nomina di Monica Berna Nasca a capogrppo consiliare del Partito Democratico. Nulla contro la collega di maggioranza, ma profonde perplessità sul metodo della sua nomina.
Quaglia, così, invoca per sè la carica, forte di un regolamento in materia e delle 230 preferenze ottenute alle ultime elezioni, manifestando un forte sentimento di disagio. "Ho saputo la notizia di Monica dalla stampa e dai social network, probabilmente hanno perso il mio numero di telefono", la sua ironica conclusione.
Di seguito le considerazioni del consigliere, apparse ieri sera sul suo blog.
Apprendo dalla stampa e da FB che il nuovo presidente del gruppo consiliare PD sarà Monica Berna Nasca, quindi mi pongo una domanda: chi lo ha deciso?
Se fossi stato interpellato, non mi sarei opposto alla nomina di Monica Berna Nasca, se gradita al resto del gruppo. Non avrei di certo ripetuto il gesto della dott.ssa Rosaria Rotondi che il 2 luglio 2012, unica dei 7 consiglieri eletti nella lista PD, si oppose alla mia nomina a capogruppo facendo mancare la necessaria unanimità. Fu così mantenuto come capogruppo l'allora consigliere anziano Maurizio Tripodi.
Del gruppo consiliare denominato "PD" faccio parte a tutti gli effetti, ma nessuno mi ha mai consultato in merito alla scelta del nuovo capogruppo. Sto apprendendo tutto dalla stampa e dai social network, ma ora probabilmente nessuno ha bisogno di me e hanno perso il mio numero di telefono …
Il capogruppo, come da regolamento, deve essere scelto dall'intero gruppo consiliare. In mancanza di esso, il ruolo è ricoperto dal consigliere anziano e in tal caso sarei io il capogruppo, avendo ottenuto 230 voti contro i 79 di Monica Berna Nasca.
Mi vengono in mente le parole pronunciate ieri sera da Pier Luigi Bersani, che mentre lavorava per il Paese con serietà veniva disarcionato da un bullo i cui metodi stanno facendo scuola: "La nostra è una crisi di sistema, se non lo capiamo, continueremo a costruire compromessi o lotte ad personam".
Forse anche a livello locale il sistema dovrebbe osservare le regole, per rispetto verso le istituzioni democraticamente elette e garantire il loro regolare funzionamento. Senza dimenticare che il rispetto verso le persone viene prima di tutto, dentro e fuori la vita politica.
In fondo, comunque, niente di nuovo sotto il sole. Del resto, già Giolitti affermò che "Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano".
Stefano Quaglia
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