Dopo Legnano anche in Comune a Busto Arsizio si scatena la polemica sulla pausa caffè. A Palazzo Malinverni, dopo una discussione in consiglio comunale è stato scongiurato l'arrivo dei distributori e mantenuto l'apertura del bar interno al municipio (l'amministrazione aprirà una gara per la gestione), mentre a Palazzo Gilardoni  l'oggetto del contendere è invece il tempo di permanenza davanti alle macchinette del caffè. I dipendenti comunali bustocchi hanno infatti chiesto di posizionare tende o vetri oscurati nell'area ristoro, suscitando così l'ira del presidente del consiglio comunale, Diego Cornacchia.

 «Ma cosa vogliono? – ha inveito il politico – Pensano di ottenere un privè dove stare a chiacchierare e gozzovigliare? L'altro giorno ho contato 12 persone alle macchinette. Intanto la città va a rotoli».

Immediata la reazione dei rappresentanti sindacali che hanno fatto valere il diritto della pausa caffè per i dipendenti. Contro Cornacchia si è schierato anche l'assessore al Personale Mario Cislaghi: «Credo che sia un atteggiamento distruttivo che non fa bene a nessuno anche perchè da tempo stiamo lavorando per riorganizzare il personale e rendere la macchina più funzionale».