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Il sosia di Pantani alla pasticceria Foglia: “Solidarietà a mamma Tonina”

E' un appassionato cicloamatore legnanese il sosia del "Pirata", il cui caso è tornato di estrema attualità - Lo abbiamo intervistato nel suo negozio di dolci...

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Ciclismo: legnanese il sosia di Marco Pantani 4 di 9

Si riapre il caso Pantani, anzi dell’omicidio di Marco Pantani.

Visto che, all’epoca (febbraio 2004), il caso veniva chiuso piuttosto in “fretta e furia” e, sentiti i tanti “distinguo” pronunciati da tanti esperti, la cosa non può che rattristarci e rafforzare i seri dubbi di come venga amministrata la Giustizia in Italia.

Si riapre il caso Pantani… si, ma grazie soltanto alla tenacia di Tonina, madre del grande campione romagnolo, che, come tantissimi italiani, “non ha mandato giù” la fretta e la superficialità nel chiudere il caso. 

Un aggancio a questa triste storia lo abbiamo trovato anche a Legnano, precisamente in via Cosimo del Fante, (zona Carmelo ed ex Caserma bersaglieri e carristi) all’interno della pasticceria Foglia . Qui, capitati per caso con i fotoreporter Antonio Pisoni e Uccia Ferrario, abbiamo ammirato una lunga fila di quadri dedicati a Marco Pantani sulle pareti. Dietro il banco, Rudi, contitolare della Pasticceria Foglia, un incredible sosia del campione di Cesenatico. Anche lui ex corridore, da allievo ed juniores con i colori del GS Della Vedova di Nerviano, da quando ha abbandonato l’attività agonistica, continua a pedalare nelle categorie amatoriali con la maglia della SC Busto Garolfo e segue da vicino il ciclismo professionistico. Ha conosciuto personalmente Marco Pantani e se ne è subito “innamorato” ciclisticamente parlando. Quando è venuto a conoscenza della morte di Marco Pantani, ne è rimasto letteralmente choccato. Uno choc comunque già iniziato il 5 giugno 1999 quando, a Madonna di Campiglio, Pantani venne espulso dal Giro che stava guidando in maglia rosa e, al traguardo finale di Milano, mancavano soltanto due tappe.

"Oggi – spiega Rudi –  mi auguro che si faccia piena e definitiva luce sul caso Pantani, partendo proprio da Madonna di Campiglio da dove sono iniziate cose strane e, forse, collegate al caso. Nel 2008 ero al raduno di partenza della 19° tappa (Legnano-Presolana Monte Pora) ed ero in tenuta da “Marco Pantani”. Venivo notato da Enzo Vicennati, noto giornalista di ciclismo il quale, vista la somiglianza con Pantani, mi mise in contatto telefonico con la signora Tonina, che espresse il desiderio di conoscermi. La cosa mi ha emozionato tantissimo tanto che, a sei anni di distanza, pur essendo stato più volte a Cesenatico a portare un fiore sulla tomba del “Pirata”, non ho mai trovato il coraggio di fare visita alla famiglia di Pantani".

"Da queste righe – prosegue l'appassionato tifoso – voglio mandare a mamma Tonina un messaggio di solidarietà con l’augurio che la sua tenacia possa essere premiata con una sentenza che ridia dignità a Marco Pantani, alla sua famiglia e al mondo del Ciclismo. Marco Pantani, forse dava fastidio a qualcuno, non necessariamente del mondo del ciclismo, e hanno voluto toglierlo di mezzo. Però ora la situazione è stata capovolta e si torna alla ricerca della “Vera Verità”. Marco Pantani non è mai stato trovato positivo. Lui era un Monumento del nostro ciclismo, era apprezzatissimo anche dalle tifoserie straniere, era un’icona del ciclismo italiano e mondiale. Ma, oltre a questo, era anche una persona molto sensibile e, purtroppo, a volte la sensibilità viene scambiata con la fragilità. Infine, a coloro che “prima” lo osannavano e poi, all’improvviso, lo hanno scaricato, e qui parlo di qualcuno nel mondo del ciclismo, non posso che dire “Vergogna”!".

Da Legnano, ecco la voce di Rudi Foglia, uno dei tanti tifosi di Marco Pantani in attesa di Giustizia e Verità!

Vito Bernardi – Fotoservizio di Antonio Pisoni

Redazione
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Pubblicato il 06 Agosto 2014
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