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I deportati di Villa Cortese

Un incontro in sala consiliare contro l'indifferenza delle persone di fronte al ricordo di quelle tragedie...

Il 14 giugno 1944 l'allora quindicenne partigiano combattente ANGELO BERTANI (nato a Villa Cortese l'8 agosto 1928) fu arrestato in provincia di Como, portato prima nel carcere di San Vittore. Il 16 agosto 1944 venne trasferito nel lager di Bolzano ed infine il 5 settembre giunse a Flossenbuerg e lì inquadrato con il numero di matricola 21656. Il 29 aprile 1945 fu costretto ad una "Marcia della morte" da Flossenbuerg a Dachau.   

Angelo Bertani era presente in Sala Consiliare a Villa Cortese nella serata che l'Amministrazione comunale, presente il sindaco Alborghetti, ha organizzato con la presenza di Giancarlo Restelli per presentare il libro "I DEPORTATI POLITICI DELL'ALTO MILANESE NEI LAGER NAZISTI".

Restelli era coadiuvato da Gabriella Oldrini, Renata Pasquetto e Betty Bozzi.

Gabriella Oldrini  ha spiegato i motivi per cui è stato scritto il libro: "Nato per fare memoria, per gettare luce non solo sui drammi dei singoli, ma anche sui passaggi storici e le responsabilità di chi  quei drammi ha contribuito a generarli. Si può parlare di questo volume come di un servizio pubblico che si vuole rendere al territorio coinvolto dalla ricerca, per offrire a chi vi abita e a chi lo frequenta uno stimolo a saperne di più, a comprendere come anche la storia locale sia stata piagata dalla ferocia di alcuni ma anche illuminata dal coraggio di molti".

Renata Pasquetto ha tracciato con grande efficacia la figura dei triangoli rossi, 23.000  deportati “politici”, i resistenti, i partigiani, gli scioperanti, i sindacalisti, gli antifascisti. La maggior parte fu deportata dopo gli scioperi del marzo ’43 e del marzo ’44, e finì nei Kz (Campi di concentramento controllati dalle SS), morirono poco più di 10.000 persone.

Betty Bozzi (autrice del disegno sulla copertina del libro) ha raccontato le azioni della "brigata partigiana Rosselli" operante in Valsassina, quella di appartenenza di Angelo Bertani, ricordando anche la figura dell'altro deportato di Villa Cortese, IGNAZIO RIGIROLI, arrestato il 4 luglio a Ballabio, deportato a Flossenbuerg con Bertani e da qui trasferito a Kottern (Dachau) classificato come Schutz.

Racconta Angelo nel libro "Sul filo della memori": "Arrivati al campo di sterminio attraversammo la piazza d’appello, per essere consegnati ai kapò, ma vedemmo subito, distesi fuori dalle baracche (block), cadaveri nudi con dei numeri scritti sul petto in attesa del carro che li avrebbe portati nei forni crematori. Ero un ragazzo sano e robusto e questo mi permise di sopravvivere a otto mesi di detenzione in uno dei più infami Lager di eliminazione nazisti."

Il sindaco Alborghetti ha ringraziato i relatori, i partigiani presenti, oltre a Bertani anche Riccardo Zerba, i cittadini, i giovani accompagnati dal prof. Ermini. "Quello che fa più paura – ha concluso Alborghetti – oltre al problema del negazionismo, è l'indifferenza attuale delle persone di fronte al ricordo di queste tragedie". 

Redazione
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Pubblicato il 14 Giugno 2014
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